CIF/Unificato
Il punto. E le virgole
Made of Italy l’opinione di Franco Filanci
“Per tutto l’anno anche nel mondo piccolo della filatelia e della storia postale si è parlato tanto dell’Italia che ha compiuto i suoi primi 150 anni, con il consueto contorno di discorsi, pubblicazioni, mostre, emissioni e contestazioni come si usa oggi. Ma in tanto parlare di storia patria nessuno del nostro settore ha messo in luce quanto sia bello, interessante, quasi doveroso e persino patriottico avere una collezione completa delle carte-valori postali emesse dal nostro Bel Paese in questi 150 anni. Una collezione che più di tanti discorsi ne sa illustrare la variegata storia piena di traversie politiche e belliche, di interessi sociali e mercantili, di arte e di propaganda e di una comunicazione intesa nel senso più ampio del termine…” (2 pagine)
I francobolli in gioco l’opinione postale di Enrico Veschi
“A me risulta scarsamente comprensibile l’indirizzo assunto da Poste Italiane dopo l’avvenuta liberalizzazione del mercato postale all’inizio di questo 2011. Pensavo che si sarebbero attuate iniziative per acquisire maggiori volumi di traffico postale, che avremmo visto un impegno concorrenziale con le Agenzie di recapito e con gli altri gestori di servizi postali, che sarebbero stati posti in essere sforzi e iniziative per migliorarne la qualità …” (2 pagine)
Bene bravi bis, anzi ter quater and so on l’opinione di mercato di Paolo Deambrosi
“Da una parte c’è chi afferma che l’intelligenza è stata predominante nell’agevolare gli esploratori nella scoperta e nell’occupazione di nuovi territori, dall’altra chi sostiene invece che è la conoscenza, ossia la capacità di imparare dagli altri (social learning), che ha consentito di adattarsi e quindi di insediarsi con più facilità in ambienti diversi da quelli di provenienza …” (2 pagine)
Nino Barberis
LE TP LABEL, I FRANCOBOLLI D’OGGI
Nere e funzionali come il Penny black. Anzi, di più
In un mondo sempre più meccanizzato e robotizzato tutto ormai viaggia con codici a barre e data matrix. E per le sue caratteristiche intrinseche di trasporto e di smistamento la posta non poteva non tenerne conto, tanto che alla fine anche i suoi sistemi di affrancatura hanno dovuto adeguarsi. Al punto che oggi il vero erede del penny black non è più il francobollo ma la TP label, la sola pensata prodotta usata unicamente e integralmente per il servizio postale.
Anche se proprio gli studiosi di storia postale la ignorano, chissà perché!
(6 pagine, 12 illustrazioni)
Franco Filanci
FRANCOBOLLI IN PROPRIO
Francesco Paolo Michetti artista postale
Il francobollo da 15 centesmi apparso nel 1905 è forse l’opera più conosciuta di Francesco Paolo Michetti, visto che nel mondo filatelico porta da tempo il suo nome. Ma oltre a questo, e ai vari tipi e alle varianti tipografiche che tutti i cataloghi riportano, i collezionisti non sanno molto: al massimo che aveva approntato diversi altri bozzetti, per un’intera serie ordinaria di cui esistono dei saggi. Punto. E invece i punti da chiarire sarebbero ancora molti. Due, tanto per cominciare: a quando risalgono realmente quei bozzetti? E siamo sicuri che l’artista abruzzese si limitò a dipingere dei francobolli?…
(10 pagine, 36 illustrazioni)
Clemente Fedele e Francesco Luraschi
ESAMI POSTALI
Quando le ferrovie cambiavano il volto della posta
La forza del vapore è la scoperta che segna l’Ottocento e dà l’accelerazione a un Progresso ormai inarrestabile rivoluzionando innanzitutto le comunicazioni terrestri e marittime, e di conseguenza anche la posta. Ma dove la strada ferrata manca, la strada postale si prende la sua ultima rivincita, e vediamo aperti anche uffici e stazioni d’emergenza.
Come capitò nel 1854 a Coccaglio a causa del mancato completamento della ferrovia Milano-Venezia. Anche in posta le sorprese non finiscono mai, come gli esami. …
(10 pagine, 14 illustrazioni)
Armando Serra
TELEGRAFI PADANI E SEMAFORI ADRIATICI
Le comunicazioni veloci ai tempi di Napoleone
Sapevate che a Venezia sul campanile di San Trovaso all’inizio dell’Ottocento c’era un semaforo della linea telegrafica che arrivava fino a Parigi? E che in cima al campanile di San Marco era stata installata una maisonette, una casetta per gli osservatori del telegrafo semaforico che scambiavano segnali con quello dell’Arsenale? (14 pagine, 15 illustrazioni)
Luigi Ruggero Cataldi
IL COLLETTORE DI COSTERMANO
Storie di una comunità e scoperte di un servizio
C'è stato un tempo in cui i piccoli centri dovevano ricorrere
a qualche politico per ottenere l'apertura di un ufficio postale,
o anche un semplice collettore pagato in parte da loro.
E dalle carte che narrano la storia del primo servizio di posta rurale
attuato a Costermano, sul lago di Garda, si scopre anche la data esatta
in cui i collettori iniziarono davvero a usare il bollino lineare
(10 pagine, 12 illustrazioni)
Gaspare Nello Vetro e Franco Filanci
MESSAGGI DA TRINCEA
L’arma della propaganda dopo la rotta di Caporetto
Una disfatta che diventa un punto di frattura tra il vecchio e il nuovo, anche nel modo di comunicare. Come mostra l’utilizzo del veicolo pubblicitario più diffuso in quegli anni di guerra, la cartolina postale militare in franchigia, che passava dalle mani del soldato a quelle di famigliari e amici traversando l’Italia
(22 pagine, 154 illustrazioni)
Lorenzo Carra
CADUTO O TOLTO DOPO?
Il mistero di un francobollo mancante
(4 pagine, 4 illustrazioni)
Spunti & Appunti a cura di Franco Filanci
- Beneficienza in blocco, di 6. Anche la praticità a favore della Croce Rossa
- Frenato o sfrenato? Quel cavallino sui francobolli del Regno di Napoli (Vito Mancini)
- Come premio l’incarico di corriere postale. Cose da Grande guerra (Luigi Ruggero Cataldi)
- Un tempo le chiamavano “curiosità”. Anche le varietà vanno soggette alle mode
- I bolli molto interni di ricerca. Quando bolli e annulli richiedono una spiegazione: Verificato dalla guida e Per camminatore (lrc)
- Le ordinanza postali del Lombardo-Veneto. Per conoscere meglio i francobolli e il loro uso
Cronache d’altri tempi a cura di Enrico Bertazzoli
Nihil sub sole novi (tranne i primati) Un articolo e una lettera al direttore dei 1894 che trattano di mostre e di “storia postale” (testuale!)
Ma l’Albania non era di Vittorio Emanuele? Una cartolina respinta
Il Club dell’Occhio Attento a cura di Clemente Fedele e Franco Filanci
La questione postale toscana (Lavori pubblici e appalti, Le strade regie postali nel Granducato di Toscana durante la prima età lorenese, di Cristina Badon)
Anche la musica viaggiava in posta (Le bande musicali del Regio Esercito, di Gaspare Nello Vetro)
Quegli appassionanti oggetti postali bifronti (Italia! Sveglia! Uno Stivale di cartoline, di Enrico Sturani)
La storia postale è parte degli archivi (Philatelic materials in archival collections, di Peter J. Roberts)
Lettere fra passione e violenza (Lettere di Artemisia, a cura di Francesco Solinas) Novità, ovvero qualcosa di nuovo (L’Arte del Francobollo)
Attualità dell’antica posta toscana (Antonio Meucci e la città di Firenze, a cura di Franco Angotti e Giuseppe Pelosi)