Vaglia. (dall’arcaico “valga…”) Titolo emesso dall’Amministrazione postale per il trasferimento virtuale di somme di denaro; la cifra versata dal mittente in un ufficio e attestata da tale modulo viene pagata al destinatario in un altro ufficio postale contro l’esibizione e l’annullamento del modulo stesso. Il servizio ebbe praticamente inizio in periodo napoleonico come agevolazione riservata ai militari. Allora i soldi si spedivano materialmente anche se, per sicurezza, le speciali ricevute di questi pieghi contenenti denaro, o reconnaissances, dovevano essere inviate a parte al destinatario perché l’esibisse come “riconoscimento” per avere in consegna il piego: ma per i militari si stabilì che l’importo segnato sulla reconnaissance fosse consegnato, anche se solo in moneta cartacea, senza attendere l’arrivo del plico con i soldi. Il servizio non sopravvisse in Italia al periodo napoleonico, ma fu poi gradualmente ripreso in alcuni Stati e ampliato nel 1861 all’intero regno. Fino al 1903 il vaglia doveva essere spedito al destinatario a cura del mittente, e solo dal novembre 1872 fu concesso ai mittenti di vaglia ordinari e militari di scrivervi al retro la causale dell’invio; in seguito l’inoltro e il recapito sono sempre stati a cura delle poste, e il modulo ha uno spazio per le comunicazioni del mittente, comprese nel costo di spedizione. Pagando un diritto fisso è possibile ottenere il pagamento o il rinnovo di vaglia scaduti, il rimborso di quelli non pagati, la duplicazione di quelli smarriti e la commutazione di un vaglia in altro con diversa destinazione. Dal maggio 1924 i moduli vaglia sono stati impressi su carta filigranata, con sistemi di controllo basati su una scala valori e inizialmente anche su speciali segnatasse vaglia. Dal 2001 sono in uso normali moduli.
Vaglia a taglio fisso. Titolo emesso dall’Amministrazione postale in diversi tagli, acquistabile in qualsiasi ufficio postale e incassabile in qualunque altro o anche in
banca, ebbe corso in Italia dal 1º novembre 1957 al 4 maggio 1973.
Vaglia cartolina. Modulo per l’emissione di vaglia postali in uso dal gennaio 1903 che unificava i moduli in carta, con avviso e sistema di controllo mediante cartellino, e le cartoline-vaglia, da cui venivano ripresi la spedizione a cura delle poste, il diritto a comunicazioni, l’impronta d’affrancatura e la stampa su cartoncino. Dei sei tagli iniziali si passò già nel luglio 1903 al tipo unico e nel 1911 a due tipi, fino a 25 L. e oltre tale importo; dal 1907 nell’intestazione figura però solo la dicitura “Vaglia”.
Vaglia consolare. Creato nel 1867 per sopperire alla mancanza di convenzioni
postali colla maggior parte dei paesi che consentisse l’invio di somme di denaro, per assicurata o mediante vaglia. La creazione dell’UPU fece superare col tempo tale servizio.
Vaglia lettera. Mix fra un biglietto postale e un modulo vaglia realizzato in carta leggera filigranata, introdotto nel maggio 1913 per consentire le spedizioni di denaro in forma riservata: si affrancava solo per la differenza tra la tariffa lettere e quella di una cartolina, già compresa nella tassa dei vaglia. Fu soppresso il 1º luglio 1921.
Vaglia telegrafico. Tipo di vagliainoltrato a destinazione, dal 1866 anche all’estero, a mezzo del telegrafo. Dal 1899 ammesso anche tra uffici di una stessa località.
Val d’Ossola. Zona del Piemonte con capoluogo Domodossola che nel settembre-ottobre 1944 riuscì a liberarsi per oltre un mese dalle forze nazifasciste, proclamando una Repubblica; non fece però in tempo a dotarsi di francobolli propri, che ovviamente avrebbero potuto usarsi solo nei rapporti con la vicina Svizzera.
Vale come francobollo. Soprastampa privata apposta nel 1944 da un commerciante di francobolli sulla marca da bollo da 50 c.; qualche esemplare viaggiò regolarmente per posta.
Valentina. Busta con decorazioni a stampa o a rilievo destinata soprattutto a corrispondenza amorosa; di qui il riferimento alla festa di San Valentino.
Valevole per le stampe. Soprastampa che nel 1890 trasformò le forti rimanenze degli speciali francobolli per pacchi in valori ordinari da 2 c.
Validità postale. Termine oltre il quale una carta-valore non può più essere utilizzata per posta; solitamente per un certo periodo dopo la scadenza della validità viene però ammessa al cambio con altre carte-valori in corso.
Valigia delle Indie o Overland Mail. Nome dato al collegamento postale fra la Gran Bretagna e le sue colonie in Asia e Oceania da quando nel 1835 venne utilizzato un percorso misto via mare e via terra attraverso l’Egitto e la Francia, più celere anche se più costoso di quello marittimo via Capo di Buona Speranza. Il collegamento, destinato a posta, persone e merci, acquistò ancor più importanza grazie prima al raccordo ferroviario fra Marsiglia e Calais, poi all’apertura del Canale di Suez e infine con la linea ferroviaria attraverso l’Italia. I notevoli interessi economici che presentava spinsero infatti il governo italiano sin dall’inizio del Regno ad attrezzare il porto di Brindisie a completare la strada ferrata da Susa fino a Brindisi, risultando la via di terra più celere di quella marittima; ma fu solo dal dicembre 1869 che una valigia “supplementare” iniziò a traversare ogni settimana l’Italia, con un risparmio di circa 30 ore sulla tradizionale “via di Marsiglia”. Finalmente nel 1871 la “via di Brindisi” si impose definitivamente, grazie all’apertura del traforo del Frejus che consentì l’istituzione di un ambulante settimanale diretto da Brindisi a Calais, rimasto in funzione fino allo scoppio della Grande Guerra. Poiché l’inoltro delle corrispondenze con la via di Brindisi prevedeva una tariffa più elevata rispetto alla via di Marsiglia o di Napoli e a quella diretta con i postali inglesi da Suez a Southampton, la dicitura Via Brindisi o Via Italy e altre simili apparvero su diverse cartoline postali emesse da Ceylon, Hong-Kong e dagli stati australiani della Nuova Galles del Sud, del Queensland e di Victoria fra il 1879 e il 1889.
Valigia diplomatica. Come specifica un Bollettino del 1865 “è principio stabilito per diritto pubblico internazionale che i corrieri di gabinetto esteri abbiano ovunque libero transito e piena facoltà di trasportare e recapitare i dispacci ufficiali per gli agenti diplomatici della rispettiva loro nazione, non che i dispacci che quegli stessi agenti cambiassero fra di loro e che indirizzassero al loro Governo. Le prescrizioni sulla privativa postale non possono in verun caso valere a contrastare o ritardare in qualunque modo il trasporto di dispacci eseguito dai corrieri di gabinetto esteri, la cui inviolabilità è reciprocamente riconosciuta presso tutti i Governi.”
Valle Bormida. Zona della provincia di Alessandria in cui il locale CLN predispose sin dal dicembre 1944 la sostituzione dei francobolli della RSI al momento della Liberazione, preparando in anticipo, in clandestinità, prima delle semplici soprastampe e poi dei nuovi francobolli con immagini del Perseo, della Vittoria alata e di Teseo. Tali francobolli ebbero regolare corso dal 26 aprile al 20 maggio 1945 a Caranzano, Castellazzo, Castelnuovo Bormida, Castelspina, Rivalta, Sezzadio e Strevi.
Valona (Vlorë). Città dell’Albania facente parte dell’Impero ottomano, in cui il 5 giugno 1908 l’Italia aprì un proprio ufficio postale, in cui si utilizzarono prima i valori in piastre emessi per tutto il Levante, poi una serie col proprio nome. Chiuso il 29 settembre 1911 allo scoppio della guerra italo-turca, fu riaperto nel febbraio 1913 e chiuse definitivamente il 31 dicembre 1922: in questo periodo usò normali carte-valori italiane più due francobolli col proprio nome. All’inizio del 1915 furono aperti uffici postali italiani anche a Valona Scalo e a Kanina, un villaggio poco distante: entrambi usarono normali valori senza soprastampa e furono chiusi nel 1919. Nel gennaio 1916 vi giunse la R.Nave Europa, nave appoggio per idrovolanti, utilizzati per esplorazioni sul mare, e in seguito ricognizioni e bombardamenti, e nel febbraio 1917 fu stabilita una “stazione” per idrovolanti con 3 hangar capaci di 36 apparecchi e propri pontili di lancio; dal giugno 1917 si ebbe un servizio postale aereo con idrovolanti che, tempo permettendo, partivano di prima mattina da Brindisi e vi facevano ritorno verso il tramonto. Alcune buste trasportate da Valona e annullate sulla R.N.Europa recano francobolli espressi con soprastampa LEVANTE su cui appare anche una stampigliatura POSTA AEREA in cartella di non chiara origine.
Valore. Termine usato dai filatelisti come sinonimo di carta-valore postale, francobollo.
Valore bollato. Carta-valore postale o fiscale emessa dallo Stato.
Valore facciale. Prezzo di vendita indicato su una carta-valore postale, per cui è
utilizzabile in un’affrancatura.
Vapore. Bastimento a vapore, piroscafo.
Vapori dell’Ammiragliato. Servizio postale privato ottomano noto con vari nomi (Posta dei Piroscafi Ottomani, C.O., Vapori Ottomani e altri) svolto fra il 1843 e il 1914 a mezzo piroscafi fra Costantinopoli e Gemlik e poi via terra fino a Brussa, e per un certo periodo anche con vari porti del Levante fino a Odessa, Smirne e Alessandria. Oltre a bolli in italiano (a quell’epoca lingua franca nel Levante) con dicitura P.P., Porto Pagato, fra cui uno con un’àncora, per qualche tempo furono impiegati due rudimentali francobolli in cui il valore veniva manoscritto: uno con semplice dicitura Porto - Piastre e un fregio a sinistra, l’altro illustrato con un piroscafo e con dicitura UFFICIO POSTALE VAPORI AMMIRAGLIATO e Po Pe, ovvero Porto Piastre.
Varietà. 1. Difetto di incisione, stampa, soprastampa, gommatura o dentellatura presente in una carta-valore postale. Una varietà di stampa è definita costante se compare in determinate posizioni del foglio in tutta o parte della tiratura, mentre è detta occasionale se compare solo in qualche foglio, normalmente sfuggito ai controlli. Il maggior interesse di una varietà sta, più che nella rarità sovente non accertabile con sicurezza, nelle informazioni che consente di acquisire sui sistemi usati per la produzione della carta-valore.
2. Esemplare che presenta i predetti difetti.
Vaticano, vedi Città del Vaticano
Veglia (Krk).La maggiore delle isole del Quarnàro, situata di fronte a Fiume/Rijeka.
Alla fine della Grande guerra l’Italia le voleva tutte per sé, insieme a gran parte della Dalmazia, ma ottenne solo Cherso e Lussino, oltre a Zara e a qualche altro isolotto molto più a sud. A nulla valse l’occupazione di Arbe e Veglia da parte dei Legionari fiumani di D’Annunzio, dal 13 novembre 1920 al 5 gennaio 1921, se si esclude una marea di francobolli con relativa inondazione di varietà. Dopo l’occupazione italiana della Iugoslavia, il 7 giugno 1941 fu annessa alla provincia di Fiume.
Veneto. Un tempo possedimento veneziano, fece parte del Regno Lombardo-Veneto rimasto sotto la corona austriaca, insieme al Mantovano, dopo la guerra del 1859, e divenne italiano al termine della guerra del 1866. A seguito della disfatta di Caporetto dell’ottobre 1917 la parte orientale del Veneto fu occupata dagli austriaci, e il servizio postale civile fu sospeso; potevano circolare solo i messaggi provenienti dall’Italia a mezzo della Croce Rossa, distribuiti tramite i parroci. Tale interruzione durò fino al 25 aprile 1918 quando gli austriaci istituirono degli Etappenpostamt, Uffici postali di tappa, a Udine, Agordo, Ampezzo, Auronzo, Casarsa della Delizia, Cividale, Codroipo, Gemona, Latisana, Longarone, Maniago, Moggio, Palmanova, Pieve di Cadore, Portogruaro, San Daniele, San Giorgio di Nogara, San Pietro al Natisone, San Vito, Spilimbergo, Tarcento e Tolmezzo. Questi uffici di tipo militare, che non facevano servizio di distribuzione, erano dotati delle speciali carte-valori della Posta da campo austriaca, che dal 1º giugno 1918 vennero munite di soprastampa in lire e centesimi, essendo stati posti in circolazione forzosa i buoni della Cassa Veneta al cambio di 1 lira = 95 heller. L’emissione di Ortspostmarken per il recapito a domicilio rimase allo stato di tentativo.
Venezia. Città e porto sull’Adriatico, un tempo potenza mediterranea, con un territorio che si estendeva da Bergamo all’Istria con possedimenti in Dalmazia, nello Ionio e nell’Egeo fino a Cipro; la Serenissima iniziò la sua decadenza a seguito della scoperta dell’America e dell’avanzata ottomana in tutto il Mediterraneo, fino a essere occupata dai francesi nel 1796. Nel 1609 vi furono istituiti i Tagli delli soldi 4 per lettera o AQ, primo esempio di tassa imposta su particolari corrispondenze, e nel ‘700 entrarono in uso i primi bolli postali figurati al mondo, con il nome della località e il Leone di San Marco stilizzato: il servizio postale restò però sempre in mano ai privati, anche se sotto controllo governativo.
Venezia Giulia. Nome proposto nel 1863 dal filologo istriano Graziadio Isaia Ascoli rifacendosi ai miti di Serenissima e della romanità (il Vallo giulio) per definire il territorio goriziano e l’Istria all’epoca facente parte dell’Austria come Kronland del Litorale o Küstenland. Il nome entrò quasi subito nell’uso, almeno per parte italiana. Dopo la vittoria italiana nella Grande guerra, vi furono subito posti in circolazione i valori austriaci con una soprastampa “Regno d’Italia” eseguita localmente, cui seguirono carte-valori italiane con soprastampe varie, eseguite sia localmente che a Roma, per evitarne l’uso in Italia con prevedibili speculazioni sul cambio visto che erano vendute in corone e heller e quindi a meno della metà del facciale: solo dal 20 aprile 1919 vi furono introdotti i valori del Regno senza soprastampa. Per il servizio dei pacchi fu mantenuto fino a tutto il 1923 il sistema austriaco, con bollettini definiti Indirizzi postali accompagnatori che venivano affrancati con normali francobolli. A seguito dell’armistizio del settembre 1943, già il 1º ottobre 1943 Hitler vi isituì una zona di operazioni denominata Adria o Adriatische Küstenland, comprendente anche Friuli, Quarnàro e Slovenia italiana, sotto il diretto controllo del Gauleiter della Carinzia, Friedrich Reiner, con poteri civili e militari; in pratica la zona fu annessa al Reich, tanto che a Trieste fu istituito un campo di sterminio. E ne è prova anche una serie di francobolli con vedute di varie località dell’Adria e dell’Alpenvorland preparata a Vienna nel 1944 ma bloccata dai successivi eventi, che in Germania ci si ostina a ritenere falsa (vedi Trieste fra Alleati e pretendenti, di Franco Filanci, Poste Italiane 1995). Nella zona fu anche istituita nel novembre 1943 una Deutsche Dienstpost riservata alle corrispondenze ufficiali o del personale tedesco o anche di speciale interesse, con uffici nelle sette principali città (Trieste, Gorizia, Tarvisio, Udine, Pola, Fiume e Lubiana) dotati di appositi bolli, etichette per raccomandate e assicurate (inizialmente con intestazione Klagenfurt 2) e contrassegni di franchigia con aquila e svastica, oltre ai normali moduli e francobolli tedeschi. Furono tutti chiusi tra la fine di aprile e il 3 maggio 1945 (vedi La Posta tedesca nelle zone di operazioni dell’Alpenvorland e del Litorale adriatico 1943-1945, di Giuseppe Agnoli).
Venezia Tridentina. Nome dato al Sud Tirolo, o Trentino-Alto Adige, conquistato dall’Italia con la Grande guerra, in cui furono subito posti in circolazione i valori austriaci con una soprastampa “Regno d’Italia” eseguita localmente, cui seguirono carte-valori italiane con soprastampe varie, come per la Venezia Giulia. Per il servizio dei pacchi fu mantenuto fino a tutto il 1923 il sistema austriaco, come nella Venezia Giulia, sostituiti però da bollettini italiani appositi, recanti per la prima volta testi anche in tedesco. Dal settembre 1943 divenne zona di operazioni, come Alpenvorland (in tedesco Prealpi) estesa alla provincia di Belluno, posta sotto il diretto controllo del Gauleiter del Tirolo, Franz Hofer, con poteri civili e militari, ovvero fu praticamente annessa al Reich; nel 1944 fu anche preparata una serie di francobolli con vedute di varie località, che venne però bloccata dagli eventi (vedi Trieste fra Alleati e pretendenti, di Franco Filanci, Poste Italiane 1995). Come in tutte le zone occupate dai Tedeschi già nel novembre 1943 vi fu istituita una Deutsche Dienstpost, una rete postale autonoma con uffici nelle località di maggior interesse, tutti dotati di appositi bolli a date nominativi, di contrassegni di franchigia con aquila e svastica, di moduli, etichette e francobolli tedeschi. A fine 1944 nella sola provincia di Bolzano – data la forte presenza di cittadini di lingua tedesca favorevoli al Reich – furono istituiti, solitamente presso uffici postali italiani o la Postgendarmerie, anche 40 agenzie postali (Dienstpostellen), dotate di bolli rettangolari senza data, e 77 recapiti (Dienstposthilfstellen) forniti solo del bollo Durch Deutsche Dienstpost Alpenvorland. Uffici, agenzie e recapiti furono tutti chiusi il 28 aprile 1945, tranne l’ufficio di Innichen-San Candido che funzionò fino al 2 maggio (Vedi La Posta tedesca nelle zone di operazioni dell’Alpenvorland e del Litorale adriatico 1943-1945 di Giuseppe Agnoli). Nel secondo dopoguerra l’autonomia accordata alla regione portò all’adozione non solo di bolli bilingui ma pure alla creazione di moduli vaglia e bollettini pacchi con testi anche in tedesco,
Verbale. Modulo usato da verificatori, brigadieri d’ispezione e sottocapi per registrare irregolarità di servizio.
Verbano. Antico nome del Lago Maggiore, che appare inizialmente sui bolli postali del natante Arona-Magadino.
Vergatura. Filigrana formata da una serie di fitte linee parallele disposte su tutta la superficie del foglio. Negli anni ‘60 apparve nella carta con filigrana stelle I tipo, involontariamente e in forma più o meno visibile.
Vergine. Definizione filatelica della gomma che non è mai stata sfiorata da una linguella, almeno all’apparenza dato che esistono esperti nell’arte della rigommatura. Per certi francobolli, già rari all’epoca in cui per sistemarli sull’album non vi era altro che le linguelle, la presenza di gomma vergine è persino sospetta, se non proviene da fonte più che sicura.
Verificato. Bollo introdotto nel 1890 e apposto in seguito a controllo su corrispondenze a tariffa ridotta e soprattutto stampe sospettate di trucchi.
Verificatore. Addetto al controllo del regolare svolgimento del servizio, delle affrancature, delle bollature, dell’esatta applicazione delle tariffe ridotte ecc.; fu istituito dal 1º aprile 1890.
Verso. Retro, faccia posteriore di un francobollo o un intero postale, in contrapposizione al recto.
Veschi, Enrico. Direttore generale delle Poste dal 28.4.1990 al 31.12.1993. Entrato nella “grande famiglia dei postelegrafonici” nel 1951 con in tasca una laurea in giurisprudenza, iniziò come ispettore amministrativo, per approdare poi nel 1959 a Roma alla Direzione centrale movimento e trasporti. Come direttore di divisione partecipò alla progettazione e realizzazione del CAP, della rete aeropostale notturna e del piano di meccanizzazione postale. Nel 1976 fu vicedirettore e nel 1980 direttore centrale dei servizi postali. Presidente di Italia 85, presidente e commissario generale di Genova 92, è stato il dirigente postale che più di ogni altro si è interessato dei problemi della filatelia, con un entusiasmo che ha reso possibile la pubblicazione delle collane sui Grandi della filatelia e sulle grandi serie ordinarie.
Vetturale. Chi guida la carrozza, cavallante, con funzioni talvolta di trasportatore.
Via. Instradamento postale di una corrispondenza: via di Marsiglia, via di Svizzera, via di mare, via aerea, ecc.
Via di mare. Inoltro a mezzo di piroscafi postali e/o bastimenti mercantili.
Viaggio in posta. Fino alla realizzazione delle strade ferrate era l’unico sistema organizzato utilizzabile dai viaggiatori, attraverso le stazioni di posta e i mezzi che mettevano a disposizione.
Victor Victoria. Titolo di un film di Blake Edwards (su una cantante degli anni ‘30 che per campare si traveste da uomo che canta travestito da donna) spiritosamente attribuito da Alberto Bolaffi al maxifrancobollo non dentellato da 4.000 lire emesso per Italia ‘85 – ed erroneamente definito foglietto – in cui figurano le effigi accostate di Vittorio (Emanuele II) e della regina Vittoria.
Viglietto. Arcaico per biglietto, nel senso antico di breve messaggio.
Vignetta. 1. Il disegno centrale di un francobollo, o anche l’intera parte stampata.
2. Etichetta adesiva senza valore d’affrancatura, erinnofilo.
Vittorio Emanuele II (Torino 14.3.1820 - Roma 9.1.1878). Re di Sardegna dal marzo 1849 e re d’Italia dal marzo 1861, grazie soprattutto all’abilità di Camillo Cavour e malgrado le costanti divergenze con i suoi ministri, che nel 1862 portarono alle dimissioni di Ricàsoli e nel 1864 di Minghetti. Convinto della propria abilità di stratega, nel 1859 rischiò l’occupazione di Torino da parte degli austriaci, nel 1866 pretese il comando supremo contribuendo così al disastro militare che ne seguì, e nel 1870 fece pressioni per partecipare con la Francia alla guerra contro la Prussia, vinta da quest’ultima. Approfittò subito della caduta di Napoleone II, storico difensore del Papa, per occupare Roma e farne la terza capitale d’Italia, dopo Torino e Firenze, insediandovisi solennemente il 2 luglio 1871. L’effigie di Vittorio Emanuele II, prima in litografia poi in rilievo e quindi ancora in litografia, appare su tutti i francobolli stampati dal Matraire per il regno di Sardegna e in seguito d’Italia, e in tipografia sulle carte-valori stampate inizialmente a Londra dalla De La Rue e poi dall’Officina governativa di Torino.
Vittorio Emanuele III (Napoli 11.11.1869 - Alessandria d’Egitto 28.12.1947). Terzo re d’Italia, dal luglio 1900 al maggio 1946, e anche imperatore d’Etiopia dal 1936 al 1943 e re d’Albania dal 1939 al 1943. Inizialmente favorevole alla politica riformatrice di Zanardelli e Giolitti, così come alla conquista della Libia e alla partecipazione a fianco di Francia e Gran Bretagna nella Grande Guerra, che seguì interamente dalle retrovie senza prendere il comando, nel dopoguerra assunse una posizione ambigua nei confronti dell’eversione fascista, che divenne connivenza quando di fronte alla “marcia su Roma” si rifiutò di firmare lo stato d’assedio e incaricò Mussolini di formare il nuovo governo. Il suo appoggio incondizionato al fascismo quale garante dell’ordine pubblico, che lo portò ad accettare un ruolo puramente formale e persino l’inserimento dei fasci nello stemma sabaudo, non gli consentì di contrastare l’entrata in guerra a fianco della Germania, cui era personalmente contrario. Solo il disastroso andamento della guerra e le conseguenti pressioni degli alti comandi lo convinsero a sostituire Mussolini e a firmare un armistizio con gli Alleati; ma l’annuncio intempestivo e la sua fuga a Brindisi portarono a uno sbando generale che mise l’Italia nelle mani dei tedeschi e la condusse a una guerra civile. Ritiratosi in Egitto subito dopo la liberazione di Roma, come gli era stato praticamente imposto, non volle però abdicare fino al 9 maggio 1946, a neppure un mese dal Referendum istituzionale che abolì la monarchia. Nei 45 anni di regno la sua effigie è comparsa sulle carte valori postali in varie versioni, anche ad opera di artisti di vaglia come Michetti e Mezzana.
V-Mail. Servizio di posta microfilmata simile all’Airgraph britannico utilizzato dalla posta militare statunitense durante la 2ª guerra mondiale. Riservato alla posta militare, consentiva di inoltrare con i mezzi aerei un enorme numero di corrispondenze nel minimo spazio. I messaggi, scritti su speciali moduli con testo e indirizzo su una stessa facciata, erano infatti microfilmati, così che sugli aerei viaggiavano solo pochi rulli di pellicola; giunti a destinazione si traevano stampe fotografiche dei singoli biglietti, inviate poi ai destinatari in apposite buste. Tale servizio fu a lungo utilizzato anche in partenza dall’Italia.
Volontari. Stando al Regolamento del 1861 erano“impiegati apprendisti non retribuiti, che coadiuvano gli Ufiziali nelle loro incombenze”; per essere ammessi dovevano avere fra i 15 e i 25 anni, “aver fatto un corso regolare di studi almeno fino alla rettorica inclusivamente”, sostenere un esame, dimostrare di “poter giustificare i mezzi del proprio decente mantenimento durante il volontariato, ed essere in grado di prestare la cauzione”. Il passaggio al grado di Ufficiale di 4ª o 3ª classe avveniva “secondo l’anzianità e l’ordine di nomina”.
Volo di ritorno. Soprastampa fatta applicare a New York nel luglio 1933 dal comm. Vittorio Lo Bianco, consulente filatelico del ministero dell’Aeronautica, su una trentina di fogli dei trittici da 50 lire affidati in conto vendita a un locale commerciante, nella speranza di poterli usare insieme a un francobollo statunitense da 3 cent. per affrancare le corrispondenze trasportate dagli aerei della Crociera del Decennale nel ritorno a Roma. Fallito il tentativo, non volendo sborsare oltre 12.000 lire dell’epoca, il Lo Bianco rimise i fogli nel pacco degli invenduti, che tornarono al Ministero dell’Aeronautica finendo tra le rimanenze vendute in blocco nel 1937 a Bolaffi.
Volume. Fino all’introduzione della tariffa in base solo al peso, indicava la quantità di fogli usati per una lettera, su cui veniva calcolata la tassa, sovente insieme alla distanza. “La tariffa delle lettere… sarà in ragione del volume per le lettere sino a due fogli… per ogni lettera semplice, cioè di un sol foglio, di grana due. Per le lettere di un foglio e mezzo sarà di grana tre, e per quelle di due fogli di grana quattro.” (Regno di Napoli, decreto 9 luglio 1857)
VPM. Sigla di Via particolare marittima usata per un bollo ovale toscano introdotto il 1º febbraio 1851 in base al nuovo regolamento sul trasporto di lettere con i bastimenti mercantili. Tale bollo andava impresso in rosso sia sulle corrispondenze in partenza che su quelle in arrivo.
VUJA o VUJNA. Sigla diVòjna Úprava Jugoslavenske (Nàrodne) Àrmije, Amministrazione Militare dell’Esercito (Popolare) Iugoslavo, che appare sulle carte valori emesse dal 1948 nella zona B di Trieste sotto controllo iugoslavo.