I termini, le accezioni, le sigle usate nella normativa delle Poste, nella consuetudine postale e dai collezionisti,e le località e i personaggi della storia postale.

di Franco FIlanci, AIFSP

P, sigla telegrafica per Privato, in uso fino al 1897. Da questa data fu usata nel solo traffico internazionale come sigla di Posta, per indicare che il telegramma doveva essere inoltrato per posta; non era prevista alcuna soprattassa, salvo quando la prosecuzione era verso un altro Stato.


Pacchetti postali. Oggetti di peso non superiore al chilogrammo, da confezionare come pacchi ma spedibili con i normali servizi di corrispondenza, con obbligo di affrancatura. Furono introdotti nel servizio interno dall’11 febbraio 1933 e in quello internazionale dal 31 marzo 1935 come forma di semplificazione, soprattutto nei rapporti con l’estero visto che le tariffe dei pacchi postali avevano tariffe, limiti e norme differenti per ciascun Paese.


Pacchetto, dall’inglese packet, battello a vapore, piroscafo, termine in uso soprattutto nel Regno delle due Sicilie anche in alcuni bolli postali.


Pacchi dono. Pacchi fino a 5 kg provenienti dall’estero, soprattutto dagli Stati Uniti, contenenti viveri, indumenti, medicinali, articoli da toeletta ecc. (erano esclusi i generi di monopolio) ed esenti da tasse doganali, restrizioni annonarie e altri controlli, oggetto di un servizio istituito il 27 novembre 1945 con funzioni umanitarie, in un momento in cui ancora non funzionava il servizio dei pacchi postali neppure per l’interno. Il destinatario era avvertito dell’arrivo del pacco con un modulo apposito tassato come un avviso di ricevimento mediante gli speciali francobolli doppi per pacchi, con cui lo si avvisava che pagando 10 lire in più poteva ottenerne il recapito a domicilio, che oltre i tre giorni era dovuta la tassa di custodia, e che dopo un mese il pacco sarebbe stato ceduto in dono alla Croce Rossa.


Pacchi in concessione. Con l’introduzione della privativa postale anche sui pacchi fino a 20 kg, dal 15 ottobre 1923 i trasportatori privati vennero obbligati a pagare per ogni collo una tassa proporzionale al prezzo richiesto per il trasporto (da un minimo di 30 c. a 2 lire) o un diritto fisso di 30 c. nel caso di procacci e piccoli corrieri; dal 1º luglio 1940 la tassa divenne uguale per tutti, in base al peso. Questa imposta fiscale era rappresentata con francobolli per pacchi, applicati metà sui bollettari e metà sulla ricevuta, normalmente insieme alle marche da bollo o per autotrasportatori previste per l’esazione di altri diritti; dal 1º luglio 1953 al luglio 1984 furono invece in uso apposite marche doppie, sostituite poi da una marca di tipo unico e dal luglio 1987 dal pagamento in conto corrente. Eventuali irregolarità comportavano penali da 5 a 15 volte la tassa evasa, che i controllori rappresentavano con gli speciali francobolli doppi, applicati interi sui bollettari o sui fogli di contestazione. La privativa postale sui pacchi è scomparsa con la privatizzazione delle poste.


Pacchi postali. Servizio istituito sperimentalmente dalle Poste tedesche nel 1875 per consentire l’invio di merci e oggetti anche in località non servite da Società ferroviarie, linee di navigazione e altri trasportatori privati, gli unici che se ne occupavano a quell’epoca in tutto il mondo. Nel 1878, al Congresso di Parigi che vide la nascita dell’UPU, il servizio fu introdotto a livello internazionale, mentre per l’interno ogni Paese poteva lasciarne la gestione ai privati (come fecero Francia e Gran Bretagna) o assumerla direttamente, come fece l’Italia dal 1º ottobre 1881.Inizialmente, essendo previsti solo pacchi fino a 3 o 5 kg, era ammesso spedirne fino a tre con un unico bollettino allo stesso destinatario, purché fossero in pratica uno stesso pacco suddiviso. Per oltre 40 anni non venne imposta alcuna privativa su tale servizio; il monopolio di Stato fu stabilito solo dal 15 ottobre 1923 e soltanto sui pacchi fino a 20 kg. Dal 16.3.1925 vennero ammessi per via aerea e dal 1.9.1936 per espresso, mentre dal 1.5.1927 esistono i pacchi urgenti (vedi). A causa della guerra, i pacchi aerei non furono più accettati dal 12.6.1940, mentre il peso massimo di quelli ordinari ed espressi venne limitato a 5 kg dal 1.12.1942, salvo per apparecchi ortopedici e protesi, ammessi fino a 10 kg. Con gli avvenimenti successivi all’armistizio, il servizio dei pacchi fu totalmente sospeso: solo nella Repubblica Sociale venne ripreso, soprattutto per l’invio di materiali ortopedici e sanitari e in funzione dei militari e degli italiani in Germania, ma senza servizi accessori. Il servizio venne poi riattivato fra il luglio e l’agosto 1946. Dal 1.1.1950 furono riammessi i pacchi aerei: oltre alla soprattassa aerea era richiesto obbligatoriamente il diritto di espresso.

Per l’affrancatura si usarono svariati sistemi: inizialmente si impiegavano semplici moduli e il bollo R.P.PAGATO; dal 1º gennaio 1884 entrarono in uso bollettini che viaggiavano separatamente dal pacco, affrancati con segnatasse e dal 1º luglio 1884 mediante speciali francobolli; dal 1º febbraio 1888 furono emessi i primi bollettini di spedizione con valore d’affrancatura, che andavano eventualmente integrati con normali francobolli; dal 1º luglio 1914 i francobolli da usare in questi casi furono di uno speciale tipo a due sezioni, da applicare a cavallo del bollettino e della sua ricevuta (un’esclusività italiana!); dal 1º agosto 1957 nel servizio interno entrarono in uso piccoli bollettini a targhetta in tre tipi – bianchi per pacchi ordinari, arancio per pacchi ordinari con assegno e verdi per pacchi valore – da allegare al pacco e da affrancare con gli speciali francobolli doppi e dal 1978 con normali francobolli; dal 1º gennaio 1983, dopo alcuni esperimenti, si impiegano bollettini a decalco in 4 parti - sempre in tre tipi e tre colori – che sono affrancati con normali francobolli e vengono allegati al pacco entro una tasca trasparente autoadesiva. Dal 1932 fu possibile utilizzare anche le affrancatrici meccaniche, con impronte rosse di tipo speciale, purché applicate su bollettini stampati dall’utilizzatore. A differenza di San Marino, il Vaticano non seguì il sistema italiano dei francobolli doppi, ma utilizzò normali francobolli, anche se per qualche tempo appositamente soprastampati.


Pacchi postali in porto assegnato. Dal 1º novembre 1894 al 1917 fu possibile l’invio per l’interno, San Marino, l’Eritrea e gli uffici italiani all’estero di pacchi ordinari o con valore, purché senza assegno, con le relative tasse a carico del destinatario; il mittente doveva però essere ditta o persona conosciuta, e il contenuto non doveva essere deperibile o fragile. Si utilizzavano bollettini speciali provveduti al pubblico gratuitamente: era anche possibile far uso di bollettini stampati in proprio purché uguali a quelli provveduti dalle Poste, e fu il primo caso del genere in Italia. Agli inizi la tassa di spedizione – comprendente un diritto fisso di 10 c. – era anticipata dall’ufficio di partenza, che applicava e annullava sul bollettino i francobolli corrispondenti, al quale veniva poi rimborsata dall’ufficio di destinazione mediante cartolina-vaglia e dal febbraio 1895 mediante vaglia ordinario. Dal 1º febbraio 1902 invece le tasse non vennero più anticipate dall’ufficio di partenza, ma era quello di arrivo a convertirle, dopo averle incassate dal destinatario, in francobolli che applicava e annullava sui bollettini. Quando il 1º luglio 1914 cambiò il sistema di spedizione dei pacchi, con l’introduzione dei francobolli doppi, questi non vennero più usati per il porto assegnato: le tasse riscosse venivano versate alle Casse provinciali con vaglia di servizio, e in soluzione unica ogni fine mese. Col 18 dicembre 1917 il servizio fu sospeso, e mai più riattivato. (vedi Porto assegnato, di Franco Filanci, su Storie di posta vol. 7 /speciale cf n. 11)


Pacchi urgenti. Finché lo Stato non pose l’esclusiva sui pacchi fino a 10 kg le Poste non vi introdussero neppure il servizio espresso, almeno per l’interno, probabilmente per non mettersi in concorrenza con le Ferrovie e i loro pacchi celeri; in seguito vi furono invece praticamente costrette. Questo servizio celere, introdotto dal 1º maggio 1927, assicurava un trattamento veloce non solo nel recapito ma anche nel trasporto.


Paccocelere. Termine introdotto da Poste italiane SpA nella riorganizzazione del servizio del 2001 per indicare i tipi di pacchi interni e internazionali con tempi di consegna meno lunghi di un pacco ordinario.


Pagato. Bollo indicante l’avvenuto pagamento da parte del destinatario di titoli ed effetti inoltrati tramite il servizio riscossioni.


Pagni, Giuseppe. Ispettore generale dellePoste Italiane, inviato a Pelermo nel marzo 1861 con il compito di riorganizzare il servizio postale nell’Isola. Fu il delegato italiano alla Conferenza di Parigi del 1863 e alle riunioni che portarono alla creazione dell’Unione Generale delle Poste (1874) e dell’Unione Postale Universale (1879).


Palermo. Compartimento postale-telegrafico istituito dal 1.5.1861 con RD 1.4.1861.


Papa, vedi Pontefice


Paquebot. Bollo in uso dall’inizio del 1894 per giustificare, sulle corrispondenze impostate in alto mare a bordo di piroscafi e perciò affrancate con valori del Paese cui appartiene il piroscafo stesso, l’annullamento di francobolli di un Paese con il bollo di un’altro Paese.


Para. Frazione della piastra turca.


Parma. Capitale del ducato costituito nel settembre 1545 da Papa Paolo III staccando Parma e Piacenza, e relativo territorio, dallo Stato della Chiesa per farne un regalo al figlio Pier Luigi Farnese e insieme creare un baluardo all’espansione della Spagna, che allora possedeva la Lombardia. Quando nel 1731 la dinastia Farnese si estinse, il ducato passò a Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese e di Filippo V di Spagna. Dopo l’occupazione francese e l’annessione alla Francia come dipartimento nº 111 o del Taro (1808-1814), il ducato venne affidato dal Congresso di Vienna a Maria Luigia d’Austria, moglie di Napoleone, e solo alla sua morte, nel 1847, restituito ai Borbone che nel frattempo erano stati “parcheggiati” nel vicino ducato di Lucca. Quando Carlo II Ludovico, poco interessato alla vita politica, abdicò gli succedette il figlio Carlo III Ferdinando che con la sua politica reazionaria riuscì a farsi odiare da tutti e il 26 marzo 1854 fu ucciso dal repubblicano Antonio Carra. Maria Luisa, divenuta reggente per il figlio Roberto, fu molto più liberale e aperta di lui, tanto che nel giugno 1859 lasciò abbastanza tranquillamente il ducato pur rivendicandone il possesso per i figli. La riforma postale e il francobollo furono introdotti nel giugno 1852, con l’adesione alla Lega postale austro-italica del 5.11.1850; i valori postali, inizialmente approntati in un tipo simile a quello austriaco, furono poi emessi in una versione più fine, anche se più cupa, opera di Paolo Toschi. Per ragioni di risparmio fra il 1857 e il 1859 vennero in parte sostituiti dal tipo rifiutato nel 1852, e dal 1º agosto 1859 furono rimpiazzati dai francobolli sardi anche se, per ragioni politiche, dall’agosto successivo entrarono in uso pure speciali valori provvisori stampati localmente.

Alla fine del 1944 il locale CLN preparò due francobolli per un servizio di Posta partigiana, probabilmente da realizzarsi in direzione della Toscana già liberata. I due valori però furono pronti solo al momento della Liberazione e vennero posti in vendita nell’ufficio postale di Tizzano e a Parma, soprattutto in veste di celebrativi, e usati per posta anche se mai in tariffa a causa dell’elevato facciale. L’intento non speculativo è dimostrato dal silenzio che circondò a lungo questi due francobolli. (vedi Storia di Parma per posta di Franco Filanci, Storie di posta vol. diciotto)


Parmeggiani. Nome filatelico del tipo di francobollo derivato dal disegno di Carlo Parmeggiani per la serie Giubileo del 1925, usato sia per valori adesivi che per biglietti postali e bollettini di spedizione.


Parte. Modulo usato per la spedizione dei dispacci, così denominato dall’intestazione.


Partecipazione. 1. Cartoncino recante un annuncio di nascita, morte, matrimonio ecc. e relativi ringraziamenti, felicitazioni, condoglianze, o invito, solitamente a stampa e spedito in busta aperta. Per lungo tempo ammessi come stampe anche se con data e firma, dal 1º settembre 1905 furono considerati a parte con una propria tariffa, che fra il 1918 e il 1920 ebbe anche la versione ridotta entro il distretto: se non affrancati (dal 1936 anche se insufficientemente affrancati) erano tolti di corso.La tariffa a sé è stata abolita dal 1º giugno 1995.

2. Orrenda traduzione presente nel testo italiano dei regolamenti FIP per indicare una collezione che partecipa a una mostra a concorso. Fa il paio con “piazza” nella traduzione di lit a deuz places, letto a due posti.


Particolare. Privato cittadino.


Passaggio di amministrazione. Era così detto“il succedersi di uno ad altro individuo nelle funzioni di titolare di un Ufizio” (Istruzioni del 1861).


Passante. Definizione filatelica di un annullo che colpisce sia il francobollo che il supporto cui è applicato, particolare importante quando il francobollo è frazionato e solo il bollo assicura che non si tratta di un trucco.


Pataccone. Definizione perfetta per certi francobolli inutilmente grandi, come molti emessi dall’Italia, solitamente per far colpo sui ragazzini d’una volta o far contento qualche politico amante del grandeur.


Patmo. Una delle isole più settentrionali del Dodecanneso. Gli italiani vi sbarcarono con la R.Nave Amalfi il 12 maggio 1912. Fra il 17 e il 30 giugno 1912 delegati di tutte le isole convennero segretamente nella grotta in cui San Giovanni aveva scritto l’Apocalisse per proclamare lo Stato autonomo dell’Egeo, il che portò a un irrigidimento della posizione italiana. Ebbe un ufficio postale e 25 francobolli col proprio nome. Dopo l’8 settembre sia gli inglesi che i tedeschi se ne disinteressarono. Alla fine della guerra l’ufficio fu chiuso e riaprì solo il 18 giugno 1945 come collettoria, gestita dall’Archimandrita del Monastero di San Giovanni.


PC,formula telegrafica internazionale in uso dal 1897 per Avviso di ricevimento, Accusé de réception, inviato per telegrafo; se l’Avviso andava inviato per posta la formula era PCP.


P.D. sigla di Porto a Destino. Bollo applicato nell’800 sulle corrispondenze per l’estero allo scopo di segnalare che la tassa era pagata per l’intero tragitto. Fu gradualmente abolito dal 1º novembre 1873, preferendosi invece indicare se vi era ancora qualcosa da pagare, vedi Non francata


Pechino (l’odierna Beijing). Capitale della Cina in cui, a seguito dell’intervento di due battaglioni italiani nell’ambito della forza multinazionale che tra l’estate 1900 e il febbraio 1901 represse la rivolta dei Boxer, l’Italia mantenne una piccola guarnigione e un ufficio di posta militare presso la sua Legazione. Dal 20 settembre 1917, su iniziativa del Ministero degli Esteri fu aperta una collettoria di 1ª classe riservata però soltanto al “personale addetto alla Legazione e al Consolato nonché alla R.Guardia e agli equipaggi delle RR.Navi”, che restò aperta sino a tutto il 1922: inizialmente utilizzò le normali carte valori del Regno, su cui nel 1917 si ebbero alcune soprastampe locali a mano, molto discusse e discutibili, e subito dopo una serie col nome della località, inviata dall’Italia e a sua volta soprastampata localmente.


Pedone. Addetto al trasporto postale che svolgeva il suo lavoro a piedi.


Pedone rurale. Addetto al trasporto dei dispacci nel servizio di posta rurale.


Pegasus. Modello di affrancatrice meccanica a valori componibili di 4 cifre distribuito dalla ditta Rossini di Milano nel 1953; ne risulta venduto un solo esemplare, di cui non si conosce l’impronta.


Pellas, Giuseppe e Pietro. Tipografi genovesi, editori de Il Corriere mercantile, autori di una serie di saggi presentati nell’aprile 1862 alle Poste italiane. Inclusi nell’accordo del 1862 per la fornitura della nuova serie italiana firmato con il conte Sparre (vedi), si proposero nuovamente nel 1863, dopo che il contratto era stato rescisso, ma senza risultato. Nel 1866 stamparono i primi francobolli delle Poste egiziane.


Penny black. Nome usato dai filatelisti per indicare il primo francobollo al mondo (in realtà furono due, più alcuni interi postali), che l’Italia ha riprodotto nel maxifrancobollo da 4.000 lire del 1985 accanto a uno dei tre primi francobolli del Regno di Sardegna, anch’esso nero.


Pensione a domicilio. Verso il 1968 fu sperimentata a Imperia e a Parma la possibilità di recapitare i soldi della pensione a casa, su richiesta degli interessati, senza alcun aggravio. Nel giorno previsto per il pagamento, il portalettere riceveva l’importo esatto della pensione e il titolo su cui ritirare la firma di ricevuta, il tutto racchiuso in una speciale busta trasparente. Le adesioni furono subito molte, per cui si presentarono problemi di sicurezza e sindacali: i portalettere che nel loro giro avevano più pensionati da servire si trovavano, specie in certi giorni e a inizio servizio, con somme anche importanti nella borsa, con tutti i rischi conseguenti, mentre il maneggio di danaro non era una mansione prevista dalla qualifica di portalettere. Così il test durò pochi mesi e non ebbe seguito.


Perazzi, Costantino (Novara 24.9.1832 - Roma 28.10.1896) Ingegnere, studiò all’Ecole des Mines di Parigi con Quintino Sella. Entrato nel Corpo reale delle Miniere, nel 1862 fu chiamato dal Sella, allora ministro dei Lavori pubblici, ad occuparsi della produzione delle nuove carte-valori postali italiane, di cui era stato incaricato lo Sparre. Nel novembre 1862 durante una visita all’Esposizione Universale di Londra scoprì la De La Rue, cui fu affidata la preparazione delle marche da bollo, e poco dopo dei francobolli, e con cui collaboro a lungo negli anni seguenti, anche nella messa a punto di tecniche particolari come il fondo di sicurezza. Dopo questo incarico, che gli fece ottenere il cavalierato, nel 1865 entrò al Ministero delle finanze, di cui divenne segretario generale nel 1869. Eletto deputato nel 1874 e poi senatore, nel 1888 fu ministro del Tesoro con Crispi e nel 1889 dei Lavori pubblici con Di Rudinì.


Perçage. Perforazione ottenuta incidendo la carta con piccoli tratti allineati.


Perçé. Dentellato a tratti con il sistema del perçage.


Per consegna. Antico termine postale, in uso ancora nell’800 in Toscana, che indicava la registrazione della corrispondenza, o raccomandazione.


Perfin (dall’inglese “perforated in” o “perforated initials”). Neologismo filatelico per indicare i francobolli recanti in perforazione cifre, lettere o fregi, impressi da enti e privati per “marcare” gli esemplari acquistati impedendone la rivendita o il cambio da parte di ladruncoli o impiegati infedeli. Tale sistema, introdotto nel marzo 1868 in Gran Bretagna da Joseph Sloper, fu ammesso in Italia dal 1882, su apposita autorizzazione, finché nel 1898 non fu introdotto stabilmente nel Regolamento postale. Più raramente tale perforazione appare anche sugli interi postali. Fino agli anni ‘70 secondo tutti gli esperti italiani di filatelia gli esemplari così perforati erano rovinati e quindi da gettare. (vedi Perfin italiani di Enrico Bertazzoli, Beppe Ermentini e Gianluigi Roncetti, Vaccari 2009)


Perforatore. 1. Impianto che impiega una o più file di punzoni per applicare i fori della dentellatura ai fogli di francobolli e a qualche tipo di intero postale.

2. Specie di pinzatrice manuale provvista dall’Economato centrale del Ministero per forare le cartoline vaglia di tipo unico del 1897; era del tipo a tenaglia per gli uffici di 1ª classe, e del tipo a punzone per gli altri uffici e le collettorie.


Perforazione. Impressione sulle carte-valori di piccoli fori o tratti allineati per facilitarne la separazione (nel caso dei francobolli e delle cartoline con risposta pagata) oppure l’apertura (nel caso dei biglietti postali in cartoncino). Oltre che come dentellatura, impressa con il sistema ideato e perfezionato da Henry Archer, la perforazione serve anchea imprimere diciture per demonetizzare esemplari distribuiti dalle Amministrazioni postali come campioni o per uso in franchigia, e sigle o fregi destinati a “marcare” gli esemplari per impedirne la rivendita o il cambio (vedi perfin) oppure l’uso su altre corrispondenze (vedi francalettere).


Periodici. Quotidiani, riviste e pubblicazioni a dispense che hanno goduto fino al 2010 di particolari tariffe se spediti sottofascia, in buste aperte facilmente verificabili o incellofanati. Se spediti dagli editori erano affrancati di norma col metodo del bollo preventivo e dal 1º gennaio 1874 anche mediante abbonamento con la Posta, sistema poi divenuto d’uso generale e con tariffe sempre più contenute a partire dal 21 luglio 1890. Se spediti da privati, o “di seconda mano”, erano trattati come stampe.


Periodici franchi. Bollo preventivo con il valore di 1 o 2 c. in uso dalla fine del 1862 al 1890 per l’affrancatura dei giornali.


Perito. Persona che, per le sue riconosciute conoscenze in un’arte o in una scienza, viene chiamato a pronunciare pareri o giudizi o a eseguire expertise. In filatelia i periti hanno cominciato a operare a fine Ottocento, e l’Italia può vantare personaggi del calibro internazionale di Emilio Diena.


Perizia. Attestato di originalità, integrità e conservazione relativa a francobolli, interi e documenti postali di una certa rarità rilasciato da un perito o da una commissione peritale. Diffusasi a partire dall’Ottocento, è espressa normalmente con una sigla del perito al retro del francobollo, o a fianco degli esemplari ancora su busta o presso l’impronta negli interi postali. Da con confondere con la firma o il timbrino di garanzia impressi nello stesso modo da noti commercianti.


Perrin, Claude. Incisore torinese, autore di un guerresco saggio in tiporilievografia sottoposto nel marzo 1861 alle Poste italiane.


Peso. Base per calcolare la tassa delle corrispondenze, da solo o in combinazione con la distanza e/o il numero dei fogli (o volume). Il peso delle corrispondenze, il cui minimo era fissato in varia misura nel corso del tempo, andava notato dall’ufficiale postale “sull’angolo superiore sinistro della soprascritta” su raccomandate, assicurate e plichi eccedenti “il limite del porto semplice” presentatigli per l’affrancatura.


Petiti, Enrico ( Roma 188… – Varese Ligure 30.7.1953).Figlio del pittore piemontese Filiberto, fotografo, poi titolare di una tipografia romana che fra il 1919 e il 1923 stampò serie commemorative per l’Italia e per San Marino e anche diverse provviste di francobolli ordinari, sopperendo alle difficoltà di produzione dell’OCV. In seguito passò alla direzione dell’Officina Carte Valori dell’Istituto Poligrafico dello Stato dagli inizi al 1938.


Pettine. Tipo di perforatore, tra i primi utilizzati per la dentellatura dei francobolli.


PG, formula telegrafica per Fermo posta, Poste restant, indicante che il telegramma doveva essere trattenuto presso l’ufficio di destinazione. Se raccomandato, la sigla era PGR.


Piacenza. Città dell’Emilia, dove nel 1945 fu partorita la più incredibile e demenziale serie intitolata a un CLN: 101 valori con le più varie diciture e sovrapprezzi che dovevano vendersi a 100.000 lire la serie completa e a 25.000 la serietta di 30 “con i sistemi clandestini in uso ed anche da negozi di materiale filatelico ovunque ubicati o che all’uopo si impegneranno”! In realtà furono approntati nel novembre 1945, compresa qualche del tutto improbabile busta o cartolina del periodo clandestino (che all’epoca avrebbe corrisposto, in caso di sequestro, a una condanna a morte) recante ben poco probatori timbri privati.


Piastra. Moneta turca ed egiziana, divisa in 40 para. Nelle soprastampe per gli uffici italiani nel Levante il valore di 1 piastra, equivalente a 20 c., fu sempre applicato sui francobolli da 25 c. per far concorrenza alle poste turche e degli altri paesi nelle spedizioni all’estero.


Piazza. Assurda traduzione del francese place nel senso di posto, usato per indicare i posti su corriere e diligenze (si usa tuttora per le dimensioni dei letti: a una o due piazze)


Piccionigramma. Messaggio trasportato a mezzo di piccioni viaggiatori, la cui capacità di tornare al luogo di partenza è stata sfruttata in ogni epoca, specie per comunicazioni militari. Vi si è fatto ricorso in modo regolare anche per la posta, in alcune situazioni particolari: durante l’assedio di Parigi del 1870-71, mediante piccioni portati fuori dalla capitale con i ballons montés, usando anche i microfilm per aumentare il numero delle corrispondenze trasportate, e in Nuova Zelanda dal maggio 1897 al 1908 per il collegamento fra Auckland e Port Fitzroy, sull’Isola della Grande Barriera, raggiungibile via mare con molte difficoltà, da parte di due agenzie private che usavano speciali fogli di carta velina e propri francobolli. Tutti i casi posteriori sono normalmente organizzati con intenti celebrativi o collezionistici.


Piccola posta. Antica definizione del servizio di recapito di corrispondenze all’interno di una città. Pick-up. Servizio di prelievo della posta a domicilio, riservato ai grandi clienti e solo nei centri affari delle principali città.


Piea. Comune dell’Astigiano in cui agli inizi del 1945 fu organizzato insieme ai comuni di Aramengo, Cocconato, Cortazzone, Montafia e Piovà Massaia un servizio ausiliario di collegamento fra Asti e Chivasso, per sopperire alle carenze del servizio pubblico, a seguito della Circolare 08848 della Questura di Asti che imponeva di assicurare con ogni mezzo le comunicazioni postali fra i vari Comuni e il capoluogo. Il servizio ebbe inizio il 15 dicembre 1944. La tassa comunale, inizialmente di 50 cent., fu elevata a 1 lira dal 6 gennaio 1945; veniva “esatta dal portalettere all’atto della consegna della corrispondenza” su ogni lettera, comprese quelle ufficiali, escluse le corrispondenze di militari e prigionieri e le stampe, mediante apposite marche da 50 c. di colore verde fornite dal Comune, apposte ed annullate dagli uffici postali. (vedi Se tocca al sindaco far arrivare la posta, di Franco Filanci, su Storie di posta vol. 15/speciale n. 19)


Pieghi di libri spediti sottofascia. Categoria a tariffa agevolata introdotta dal 1º gennaio 1924 per la spedizione di libri fino a 500 g (poi progressivamente fino a 5 kg) da parte di case editrici e librarie: uguale agevolazione era prevista nel servizio pacchi. Inizialmente si dovettero stampare speciali francobolli, essendo la tariffa base di cent. 7 1/2 l’unica con frazioni di centesimo, e altrettanto avvenne nel 1946 con l’emissione di un valore da 25 c. Tutte le agevolazioni sono state abolite dall’aprile 2010, alla faccia della diffusione della cultura.


Piego. Involto di carte, normalmente di peso superiore al primo porto.


Pietra. Termine grafico per indicare il blocco di roccia calcarea – i più pregiati quelli provenienti da Solenhofen – utilizzato per la stampa in litografia.


Pinzano al Tagliamento. Comune della provincia di Udine (ora di Pordenone) che nel novembre 1944 organizzò un proprio collegamento postale con il capoluogo. Su tutte le corrispondenze in arrivo, escluse solo quelle per il Comune e il parroco, veniva riscossa una soprattassa mediante apposite marche applicate e bollate dall’ufficio postale: 25 c. su cartoline e ricevute di ritorno, 50 c. sulle lettere e 1 L. su raccomandate, assicurate ed espressi.


Pinzette. Strumento in acciaio a forma di pinza che si consiglia ai filatelisti di usare per maneggiare i francobolli.


Piovà Massaia, vedi Piea


Piroscafi postali. Bastimenti a vapore di compagnie convenzionate con le Poste per il trasporto di corrispondenze; la sovvenzione statale, più che al semplice servizio di posta, mirava a fini politico-sociali, in particolare il commercio e la creazione di una marina mercantile da Grande potenza. Fino al 1865 se era esplicitamente richiesto l’avviamento mediante piroscafi postali di altri paesi, si doveva pagare una tassa particolare. Dall’1.11.1894 tutti i piroscafi postali italiani furono dotati di bolli a date con il nome della nave, per la bollatura delle corrispondenze sia dell’equipaggio che consegnate da privati nei vari scali.


Piroscafi postali italiani o inglesi o francesi. Bolli in cartella utilizzati per ragioni contabili sulle corrispondenze provenienti via mare, dagli uffici di Ancona e Messina, dall’ambulante Torino-Susa (linea Vittorio Emanuele) e dall’ufficio italiani di Alessandria d’Egitto.


Piscopi o Tilo. Una delle isole del Dodecanneso, a metà strada fra Nisiro o Calki, sempre alquanto trascurata. Nel maggio 1912 vi fu sbarcato solo un piccolo distaccamento di Carabinieri. Ebbe una collettoria postale-telegrafica, seppure dotata anche di 25 francobolli col proprio nome. Praticamente non fu toccata neppure dall’occupazione tedesca. La locale collettoria sarebbe stata riaperta dagli inglesi dopo un mese di chiusura il 18 o il 25 giugno 1945.


Pitney Bowes. Società statunitense, fra i primi e maggiori produttori mondiali di affrancatrici meccaniche. Le sue macchine furono distribuite in Italia dalla CIMA, Commercio in Macchine Aziendali, a partire dal 1952; un modello era attrezzato per umettare, piegare e chiudere le buste e applicare strisce gommate con l’indirizzo prima di applicare l’impronta.


Pittorico. Vecchia definizione filatelica di un francobollo riproducenti vedute, scene e animali solitamente esotici.


Pittorica. Classico termine filatelico indicante una serie di francobolli coloniali di vario soggetto, quasi sempre illustrata con vedute, personaggi e animali locali.


Plattaggio (dall’inglese plate, tavola da stampa). Termine filatelico per un “gioco” particolarmente appassionante da eseguire soprattutto con i francobolli classici, consistente nell’identificare la posizione di ciascun esemplare nel foglio originale mediante lo studio delle caratteristiche distintive delle diverse impronte della tavola di stampa o, per i valori inglesi, sfruttando le lettere agli angoli, diverse per ciascun esemplare del foglio. Può essere utile per appurare la grandezza e la forma del foglio di francobolli di cui si conoscono al massimo dei blocchi, o per stabilire il numero delle diverse tavole usate per la stampa di un certo francobollo.


Plico. 1. Lettera di peso superiore al primo porto, solitamente composta di più fogli.

2. Insieme di corrispondenze raccolte sotto uno stesso involucro.


Pli d’accordeon, francese per Piega a fisarmonica. Termine filatelico per indicare la varietà derivante da una grinza della carta in fase di stampa, che produce una lunga falla bianca.


PM. Sigla di Posta Militare, nel 1943 aggiunta in nero in fase di stampa (non una soprastampa) su apposite tirature di francobolli della serie Imperiale da distribuire agli uffici di posta militare in Albania, Grecia, Croazia e altri territori occupati per impedirne l’uso in Italia. Il loro scopo era di evitare speculazioni mediante l’acquisto in valuta locale, solitamente svalutata, di francobolli che poi venivano rivenduti in Italia a pieno prezzo, o quasi. Gli avvenimenti dell’estate 1943 bloccarono in Italia gran parte del quantitativo stampato che, in mancanza di altri valori, venne distribuito per uso civile dal 13 luglio 1944 nell’Italia centro-meridionale.


Podestà. Qualifica dell’Italia medievale, ripescata durante il ventennio fascista per indicare il capo dell’amministrazione comunale, di nomina regia, dopo la soppressione dei sindaci.


Policromia. Stampa a due o più colori, sia distinti che sovrapposti come nella quadricromia.


Poligrafico,vedi Istituto Poligrafico dello Stato


Pomilio. Fabbrica torinese di aeroplani produttrice del velivolo guidato da Mario De

Bernardi che effettuò il volo da Torino a Roma per cui nel maggio 1917 fu emesso il primo francobollo aereo.


Ponsiglione, Aurelio (Napoli 1906 – Roma ?) Direttore generale delle Poste dal 1.10.1963 al 31.1.1973. Laureato in scienze economiche e commerciali, entrò alle Poste nel 1933. Direttore centrale per gli Affari generali, capo del personale, dal 1955 capo di gabinetto di quattro ministri. Membro del consiglio di amministrazione delle Poste e di quello dell’IRI, oltre che del Consiglio superiore della pubblica istruzione, dal 1965 al 1967 fu presidente della Conferenza Europea delle Poste e Telecomunicazioni. Nel 1964 riesaminò l’irrisolta questione dello stock ministeriale, giungendo alla conclusione che era inutile insistere. Sotto di lui si ebbe una definitiva regolamentazione in materia di bolli speciali, la regolare definizione di programmi d’emissione annuali, la partecipazione a manifestazioni filateliche estere e italiane. Partecipò anche in veste di creativo alla creazione dei francobolli Europa del 1969, disegnati da Giorgio Belli e Luigi Gasbarra.


Ponte o Gutter pair. Coppia di francobolli separati dall’interspazio, provenienti da fogli in cui gli esemplari sono stampati e distribuiti in due o più gruppi affiancati. Interessanti quando i francobolli sono diversi, come nei tipi di propaganda del 1942, o in posizione tête-bêche. Nel 1934 e tra il 1947 e il 1948 alcuni, compresi dei circoli, li usarono per creare delle specie di “trittici” celebrativi, soprastampando vignette e diciture nell’interspazio: le poste reagirono, ottenendo nel 1949 la riserva dello Stato pure sulla “pubblicità sugli spazi disponibili degli stampati, moduli, carte valori e relativi margini… anche dopo l’acquisto”.


Ponte Chiasso. Località in provincia di Como in cui si ebbe una soprastampa CLN molto tardiva, mai venduta tramite un ufficio postale e mai vista usata regolarmente su corrispondenze viaggiate.


Pontefice. Dopo la presa di Roma, nel 1871 la legge sulle guarentigie (garanzie) assicurò al papa la franchigia su tutte le corrispondenze in arrivo, su quelle dirette in Italia e sul telegrafo, gratuità del trasporto dei dispacci diretti ad altre amministrazioni, e la libertà di usare propri corrieri. Questo fino al 1929, quando fu creato lo Stato della città del Vaticano con un proprio servizio postale.


Portafrancobolli. Piccolo contenitore da scrivania o astuccio da taschino, in legno o metallo spesso impreziositi da fregi, usato nell’800 per tenervi francobolli di uso quotidiano o per casi urgenti.


Portalettere. Incaricato del recapito delle lettere a domicilio; postino.


Portalettere rurale. Era incaricato anche del ritiro e della levata delle corrispondenze, e della vendita delle carte-valori. Nel 1895 quelli delle provincie di Torino, Cuneo, Novara, Udine e Siena ricevettero, per esperimento, “ un piccolo bollo, colla leggenda R. Poste per annullare le corrispondenze “che sieno indirizzate lungo il loro percorso” e “un fischietto per annunziare al pubblico il loro arrivo“.


Portapieghi. Incaricato del trasporto dei dispacci in zone extraurbane.


Porto. 1. Tassa per il trasporto di una lettera. Il primo porto o porto semplice indica l’importo minimo della tassa, mentre il secondo porto (o terzo, ecc.) indica la tariffa prevista per il secondo (o terzo, ecc.) scaglione di peso.

2. Termine austriaco per indicare la tassa dovuta, presente sui segnatasse.


Porto assegnato. Tassa semplice a carico del destinatario.


Portorose. Cittadina termale dell’Istria in cui nel novembre 1921 venne firmato un accordo che prevedeva tra l’altro agevolazioni tariffarie negli scambi postali tra Italia, Austria, Cecoslovacchia, Romania e Ungheria.


Port payé, vedi P.P.


Poscritto o anche poscritta. Da post scriptum, testo aggiunto a una lettera, di solito dopo saluti e firma, talvolta preceduto dalla sigla P.S.


Posizione. Nel plattaggio di una varietà indica l’esemplare del foglio in cui si trova.


Posizione di filigrana. Modo in cui si presenta un disegno in filigrana a seconda di come è stato messo in macchina il foglio: può essere normale o coricata, diritta o capovolta, destra o sinistra (a seconda dell’orientamento del disegno base).


Possedimenti italiani nel Mar Rosso, vedi Assab, Massaua e Eritrea


Posta. 1. Servizio pubblico di trasporto e recapito delle corrispondenze. Quelli dell’antichità, come il cursus publicus o fiscalis romano, per quanto già ben organizzati non rientrano in tale definizioni, essendo svolti solo occasionalmente, secondo le necessità, ed essendo riservati ai governanti. E così pure sono fuorvianti le definizioni di poste conventuali o universitarie o mercantili, queste ultime riferite ai collegamenti fra città importanti, attuati dal XIII secolo, con lo sviluppo dei commerci internazionali, da singoli uomini d’affari (i mercanti) o da corporazioni, utilizzando corrieri di professione, abituati a percorrere a piedi anche lunghissime distanze (vedi scarsella). I primi servizi organizzati, seppure soltanto sulle maggiori direttrici, a pagamento e aperti a tutti, si ebbero soltanto dalla fine del ‘400 e comprendevano il trasporto sia di corrispondenza sia di passeggeri e merci, creando col tempo una rete sempre più fitta di stazioni di sosta, le cosiddette “poste”, per il riposo dei passeggeri, il cambio dei cavalli e il prelievo o la consegna delle lettere. Appaltati normalmente a privati (attivissima in tutta Europa la famiglia dei Tasso, fino agli ultimi Thurn und Taxis), i servizi erano considerati una normale attività commerciale, con tasse molto elevate, variabili e spesso discrezionali, solitamente pagate dal destinatario per maggior sicurezza di consegna, e con estesi privilegi per governanti, nobili e clero. Un primo profondo cambiamento nel sistema venne dalla Rivoluzione francese, con la razionalizzazione delle procedure, delle tariffe e delle franchigie e con l’introduzione di bollature codificate. Un secondo radicale cambiamento si ebbe con la Riforma postale inglese del 1840, che portò all’adozione di tariffe uniformi per l’intero Paese, basate solo sul peso e non più sulla distanza, e che per favorire l’affrancatura anticipata portò alla creazione dei francobolli e delle carte-valori postali. Un terzo balzo in avanti fu dato nel 1874 dalla creazione dell’Unione generale delle poste, poi Unione Postale Universale, che trasformò tutti gli stati aderenti in un solo territorio postale, favorendo l’istituzione di servizi sempre più rapidi, sicuri ed economici. L’avvento di nuovi sistemi di comunicazione come il telegrafo o il telefono non ha scalzato l’importanza della posta come principale mezzo di comunicazione a distanzafino al secondo dopoguerra; in Italia è stata soprattutto la gestione sempre più politica, burocratica e sindacalizzata delle Poste negli anni ‘70 e ‘80 a rendere decisamente inaffidabili i servizi, favorendo la diffusione di nuovi sistemi di comunicazione, dal telefono al telex, dal fax all’e-mail. Alla fine del XX secolo si è sempre più ridotta la funzione sociale della posta, aprendo la strada alla sua traspormazione in aziende private e società per azioni, con un regime di monopolio sempre più ristretto e destinato a sparire, pur restando il controllo dello Stato e/o di una authority pubblica.

2. La stazione di posta o l’ufficio postale: portare una lettera alla posta, recarsi in posta, ecc.

3. L’ordinario, o l’insieme delle corrispondenze affidate e trasportate con il servizio postale.

4. Il carteggio, l’insieme delle corrispondenze spedite o ricevute.

5. Arcaico, come unità di misura, la distanza fra due stazioni di posta, in Italia circa 8 miglia.


Posta aerea. Inoltro a mezzo di mongolfiere, dirigibili, idrovolanti aeroplani, razzi e altri aeromobili. Il primo servizio postale aereo regolare fu organizzato per necessità durante l’assedio di Parigi del 1870 mediante mongolfiere, in gran parte ballons montés, o con piccioni viaggiatori e microfilm. Agli inizi del Novecento gli aeroplani furono usati soprattutto come spettacolo, tanto apprezzato dal pubblico che sovente vennero apertti uffici postali nei campi d’aviazione. Solo nel 1911 iniziarono a essere usati per trasporti ufficiali di posta: il primo al mondo, completo di annullo speciale, si ebbe in India il 18 febbraio fra Allahabad e Naimi Junction, pilota H.Pequet, in tutto 5 miglia percorse in 13 minuti, 6.500 lettere e 40 cartoline. Trasportate. Seguirono la Danimarca il 2 settembre col volo Middelfart–Frederica (le corrispondenze, bollate in arrivo, recano Beltflyvingen 1911 manoscritto), la Gran Bretagna fra il 9 e il 17 settembre con una serie di voli tra Londra e Windsor per celebrare l’incoronazione di Giorgio V (furono usati 8 annulli speciali, distinti dal numero della cassetta d’impostazione), il Marocco con il volo Casablanca–Rabat–Meknes–Fez dal 13 al 20 settembre (sulle corrispondenze fu impresso un bollo lineare su 3 righe), gli Stati Uniti con l’Aerial Special Despatch fra Garden City, Mineola, e New York tra il 23 settembre e il 1º ottobre. A parte il piccolo corriere (una ventina di lettere) affidato a Dal Mistro il 19 settembre in un volo da Bologna a Venezia, il primo trasporto postale aereo ufficiale in Italia fu organizzato fra Milano e Torino, e ritorno, a fine ottobre 1911, predisponendo speciali cassette d’impostazione con l’indicazione Impostazione cartoline speciali Raid Milano-Torino – Posta Aerea – Ultima levata Domenica 30 ottobre alle ore 12 e appositi annulli, diversi per le due città.L’Italia fu il primo Paese al mondo a emettere, in piena guerra, speciali francobolli di posta aerea, per i voli postali sperimentali fra Torino e Roma del maggio 1917 e fra Napoli e Palermo del giugno successivo, mentre collegamenti postali a mezzo di idrovolanti della Regia Marina, frutto proprio dei progressi dell’aviazione a scopi bellici e dell’insicurezza delle rotte marittime a causa dei sottomarini nemici, venivano inaugurati il primo l’11 giugno 1917 fra Civitavecchia e Terranova Pausania (Olbia), che durò sino all’ottobre, altri, meno regolari e talvolta non rilevabili dagli annulli, fra Brindisi e Valona, dove operava una “srazione” di idrovolanti per ricognizioni con l’appoggio della R.Nave Europa, fra Livorno e l’isola di Capraia, tra Milazzo e le Eolie, fra Trapani e le Egadi, e dal novembre 1918 nell’alto Adriatico. Dopo la guerra si ebbero altri esperimenti di trasporto aereo su varie rotte interne, nel giugno 1919 un raid dimostrativo da Roma a Costantinopoli con una formazione di 10 velivoli, si sperimentarono i dirigibili, e nel 1920 la via aerea fu usata per contrastare gli scioperi ferroviari e postali del momento. Poi una serie di incidenti (il più grave a Verona con 17 morti) fece abbandonare in Italia il trasporto aereo, proprio mentre altrove prendeva sempre più piede: negli Stati Uniti il primo normale francobollo aereo (anzi, aeroespresso) era apparso il 15 maggio 1918 per l’impiego sulla linea fra Washington, Philadelphia e New York, e nel 1922 in Europa la rete aerea civile aveva già uno sviluppo di 14.000 km, oltre la metà appartenenti alla Germania, mentre l’Italia era del tutto assente. Il servizio regolare in Italia iniziò solo il 1º aprile 1926 con l’inaugurazione della linea Torino-Pavia-Venezia-Trieste, gestita dalla SISA con idrovolanti, e l’emissione di una serie destinata al pagamento delle relative soprattasse. Nel 1927 la rete era già di 4.664 km, con varie linee e compagnie, e risultavano trasportati 9.757 passeggeri e 6.699 kg di posta. Inizialmente erano escluse dall’inoltro aereo le raccomandate e le assicurate. A scopo promozionale per molti anni furono trasportate per via aerea anche corrispondenze ordinarie, ovviamente imprimendovi bolli esplicativi, e dal 1934 si previdero soprattasse aeree ridotte per gli espressi e gli auguri di fine anno. Di natura promozionale, oltre che politica, l’organizzazione di molti voli speciali, specie transatlantici, con l’emissione di appositi francobolli resi necessari dalle apposite ed elevatissime tariffe. Dagli anni ’60 gli aerei sono diventati sempre più un normale mezzo di trasporto, anche tramite una rete aeropostale notturna, con la conseguente graduale abolizione delle relarive soprattassee. (vedi La guerra salì in aereo di Fiorenzo Longhi e La posta in gioco è aerea di Franco Filanci, su Storie di posta vol. sedici, Speciale cf n. 20)


Posta aero-marittima. Servizio di trasporto postale misto iniziato il 1º settembre 1930 fra l’Italia e gli Stati Uniti, al tempo in cui ancora non erano possibili collegamenti aerei regolari attraverso l’Atlantico del nord. Gli idrovolanti della S.A. Navigazione Aerea effettuavano il collegamento fra Genova e Gibilterra, al passaggio dei transatlantici del Lloyd Sabaudo, consentendo un risparmio di oltre un giorno. Sulle corrispondenze venivano applicati speciali cachet, in italiano o in inglese a seconda dell’inoltro: i primi specificavano anche i mezzi utilizzati, l’idrovolante I-AZED e i transatlantici Augustus, Conte Verde e Conte Biancamano.


Posta catapultata. Sistema di accelerazione del dispaccio postale utilizzato dal 22 luglio 1929 al 3 ottobre 1935, in assenza di regolari servizi aerei fra le due sponde dell’Atlantico del Nord, sulla rotta fra Cherbourg e New York. Sulla tolda delle navi transatlantiche Bremen e Europa erano sistemati dei piccoli aerei che verso la fine della traversata, a circa 600–700 miglia dalla costa, venivano lanciati in volo mediante apposite catapulte, consentendo alla posta di arrivare con 35-45 ore di anticipo rispetto alla nave. Furono effettuati in tutto 199 voli di questo tipo, con esclusione dei mesi invernali; dallo stesso 1929 entrò in funzione anche la linea aerea Cherbourg-Colonia per il collegamento con l’Europa centrale. Per usufruire del servizio era prevista un’apposita soprattassa.


Posta-cavalli. Dal francese poste aux chevaux,indica il secondo settore di attività delle Poste fino all’800, consistente nel trasporto di passeggeri e merci, a cavallo o con vetture.


Postacelere. Nome del servizio CAI-Post per l’interno, inaugurato il 16 novembre 1986 a Roma e Milano e in seguito gradualmente esteso ad altre città; in seguito il termine è stato usato sia per il Corriere nazionale che per il Corriere Internazionale o EMS. Inizialmente l’accettazione avveniva solo negli uffici espressamente abilitati, utilizzando appositi moduli. Dal 1999 è stato appoggiato in larga parte alla SDA, acquistata nel 1998 da Poste Italiane. Con Poste Italiane SpA è stato limitato all’interno e a 3 kg col nome di Postacelere 1 Plus. Per l’affrancatura nel 1998 sono stati emessi speciali francobolli in libretti (ma non considerati francobolli), in vendita nei punti Postacelere a prezzo scontato. Previste particolari agevolazioni per la clientela con grossi volumi di traffico, e il servizio di ritiro a domicilio (pick up) per la clientela commerciale dei centri affari cittadini, e garantita la consegna a domicilio entro un periodo prefissato. Dal 1998 con il servizio di tracking and tracing è possibile seguire l’invio in ogni sua fase.


Postacelere urbano. Sorta di servizio espresso per città effettuato solo a Roma, Milano e Napoli dal 2 marzo 1987 al 27 novembre 1993, e riattivato in via sperimentale solo a Milano dal 24 novembre 1997 al 30 giugno 2000 tramite 20 agenzie e il Milanocelere point presso la stazione centrale, usando speciali moduli-ricevuta con etichette autoadesive.


Posta civile. Definizione ufficiale degli uffici postali istituiti nella Repubblica Sociale Italiana, a partire dal dicembre 1943, presso alcuni Ministeri e uffici statali che avevano – o avevano richiesto – un ufficio di Posta da campo, per ragioni di sicurezza e per tener segreta la loro dislocazione; le corrispondenze di questi uffici e quelle loro dirette facevano capo all’ufficio di Concentramento Poste da campo di Verona e dal marzo 1944 all’Ufficio civile di Verona Ferrovia. Ciascun ufficio, che poteva avere diverse sezioni, era distinto da un numero, come quelli di Posta da campo, che figurava nei relativi bollim anche con il nome del Ministero o dell’Ente per esteso.

Rimando


Posta da campo. Equivalente di Posta militare, traduzione del tedesco Feldpost o dell’inglese Field Post, fu utilizzato nella guerra di Libia, poi abbandonato a favore di Posta militare, e ripreso dalla Repubblica Sociale Italiana sia per uniformarsi al modello germanico, sia per differenziarsi dalla precedente terminologia, usando tale termine anche nei bolli datari insieme a numeri e a lettere distintivi di ciascun ufficio.


Posta dei bambini. Nome di un gioco didattico per l’infanzia consistente in un set di francobolli, interi postali, buste e timbri in miniatura, in voga tra l’inizio del Novecento e gli anni ‘30, quando la posta era un elemento primario nella vita d’ogni giorno.


Posta dei cavalli, vedi Posta-cavalli


Posta elettronica, vedi Postel e e-mail


Posta Europea. Nome del servizio postale privato organizzato in Egitto nel 1840, in assenza di un efficiente servizio di Stato, dal livornese Pietro Michele Meratti, che già verso il 1820 aveva iniziato a svolgere con crescente successo tra il Cairo e Alessandria un servizio di trasporto, recapito e forwarding. Nel 1843 gli successero i nipoti Tito e Amero Chini che, grazie soprattutto al bolognese Giacomo Muzzi, divenuto direttore nel 1848, diedero tale impulso al servizio e alla rete, con nuovi uffici in tutte le città egiziane toccate dalla nuova ferrovia con cui nel 1853 era stata stipulata una convenzione, che persino le Poste di Stato se ne servivano; e il 5 maggio 1862 Said Pascià finì per abolire il servizio statale nell’Alto Egitto per attribuirne il monopolio alla Posta Europea, in cambio del trasporto gratuito della posta governativa. E il suo successore Ismail Pascià nel 1865 acquistò l’intera struttura per 950.000 franchi oro per trasformarla dal 2 gennaio 1866 nelle nuove Poste Egiziane, di cui il Muzzi, insignito del titolo di Bey, fu il Direttore generale fino al 1877, quando tornò in Italia. La Posta Europea utilizzò propri bolli fin dal 1844: ma se i suoi bolli e poi per decenni bolli e francobolli delle Poste Egiziane hanno avuto le diciture anche in italiano è soprattutto perché questa è stata la lingua franca del Levante fino alla seconda metà dell’Ottocento.


Postagiro. Servizio che consente a chi dispone di un conto corrente postale di trasferire somme a un altro correntista postale.


Postale. 1. Nave, ma anche treno o altro mezzo di trasporto adibito al servizio postale.

2. Soprastampa apposta nell’estate 1944 da privati, tipograficamente o a mano, sulle marche Imposta sull’entrata - Vendite al minuto e relative matrici; alcuni esemplari furono fatti passare per posta nel milanese. In seguito vennero attribuiti dal Giannetto, senza alcun riscontro, ad antifascisti di Casalecchio di Reno che avrebbero usato pesi e bilance come simboli di giustizia.


Postale-fiscale (o viceversa). Dicesi di carta-valore utilizzabile sia per l’affrancatura delle corrispondenze che come marca da bollo. Pur in mancanza dell’indicazione POSTAGE & REVENUE, tutti i francobolli britannici appartengono a questa categoria fin dal 1881, quando le marche fiscali d’uso generale furono abbandonate e usate a esaurimento anche per posta.


Posta-lettere. Dal francese poste aux lettres, terminein uso nell’Ottocento per distinguere i servizi relativi alle corrispondenze, uno dei due settori d’attività delle Poste, da quelli concernenti il trasporto di passeggeri e merci, detto posta-cavalli.


Postalia. Marca di affrancatrici meccaniche di dimensioni molto ridotte e con scorrimento della macchina sul plico, prodotte in Germania dalla Freistempler Gesellschaft di Francoforte sul Meno e dal 1954 distribuite dalla ditta Fanciulli e Zena di Milano, e dal 1962 dalla Lirma. Dal 1958 il nome diventò Postalia Teleposta per evitare confusioni con il modello Positalia della Audion. Il punzone di Stato si distingue per gli abbondanti fregi che lasciano poco spazio alle tre cifre del valore.


Postalizzare. Affidare la consegna degli espressi ai portalettere nel normale giro di distribuzione, quando mancano i fattorini o la normale distribuzione finisce per essere più rapida, o meno lenta.


Posta militare. Servizio logistico di un esercito in attività, dotato di propria organizzazione nonché di personale e mezzi di trasporto militarizzati. Fino a tutto l’800 il maggior interesse della posta militare era per le necessità di servizio: per i militari erano solo previste agevolazioni tariffarie – una tassa fissa non basata sulla distanza oppure le tariffe interne, una tassa ridotta per le lettere loro dirette, e dal 1866 la possibilità di spedire con tassa semplice a carico del destinatario – anche se ai tempi di Napoleone fu inventato proprio per loro il servizio delle reconnaissances, per la spedizione virtuale di denaro. In Italia la franchigia postale per le corrispondenze dei soldati fu introdotta per la prima volta nel 1896, per i militari in Eritrea, e ripresa durante ogni guerra successiva. La prima normativa unitaria sul servizio postale militare in caso di guerra risale al dicembre 1913, ma venne completamente rivista già nel maggio 1915, al momento di metterla in pratica. Nella prima Guerra mondiale furono creati appositi servizi pacchi per le truppe al fronte, e altrettanto avvenne durante la seconda Guerra mondiale; inglesi e americani introdussero invece un servizio a mezzo microfilm (vedi Airgraph e V-Mail). Alcuni Paesi, come Germania e Francia, hanno emesso speciali francobolli, cartoline o buste per regolare la concessione della franchigia ai militari; in altri casi sono stati emessi francobolli appositi per gli uffici di posta militare, per evitare speculazioni (ad esempio i PM italiani). Per la Marina, e specificamente le navi da guerra in acque estere, il servizio fu regolato dall’accordo del 25 luglio 1892; anche per i marinai in guerra furono approntate speciali cartoline, la prima delle quali con testi prestampati.


Posta ordinaria. La parte del servizio postale riguardante le corrispondenze e le

stampe trasportate e recapitate senza alcun servizio accessorio.


Posta pneumatica. Sistema di inoltro delle corrispondenze entro appositi tubi, in

singoli edifici o in reti urbane di tubature sotterranee, mediante bossoli spinti dall’aria compressa. Utilizzata per la prima volta a Londra dal 1867, ha raggiunto il suo massimo splendore a Parigi dove ha funzionato ininterrottamente dal 1867 al 31 marzo 1984 usando anche speciali carte-télégramme e fattorini in bicicletta. L’Italia l’ha adottata solo a Roma, Napoli, Milano, Torino e Bologna fra il 1911 e il dicembre 1980, ed è stato l’unico paese a emettere appositi francobolli. Rimasta in funzione nella Città del Vaticano, con una diramazione per Roma Borghi, nel luglio 2009 è stata smantellata anche l’ultima tratta utilizzata fra la Segreteria di Stato e l’ufficio centrale.


Posta prioritaria. Sorta di servizio speciale che, a fronte di una tariffa più elevata, prometteva ma non garantiva in alcun modo la precedenza nel trasporto e nel recapito. Bolli speciali “Prioritario” sono entrati in funzione presso i CMP di Bologna, Firenze Castello, Milano Borromeo, Roma S. Lorenzo, Torino Nord e Verona il 19 gennaio 1998 in occasione del lancio pubblicitario di questo servizio, iniziato nel giugno 1999 con grande enfasi: 127 stand in tutte le direzioni italiane tranne Parma e una cartolina postale distribuita gratis, stampata da privati e con un improprio riferimento alla normativa postale. In realtà fu un modo per aumentare di un buon 30% prima le tariffe per l’Europa e dal giugno 2006 quelle interne, mediante l’abolizione della posta ordinaria. Come conseguenza la posta prioritaria divenne la posta base, in breve persino più ordinaria della precedente.


Posta privata. Servizio di raccolta, trasporto e recapito delle corrispondenze e pacchi organizzato e gestito da privati in Paesi, zone o periodi in cui non è presente un regolare servizio postale ufficiale (come in Egitto e Marocco) o lo Stato non ha imposto la privativa sul servizio (granducato di Toscana, Stati Uniti). Alcune hanno funzionato temporaneamente in momenti d’emergenza, affiancandosi alle poste di Stato da cui ebbero debita autorizzazione, come in Italia la Camera di commercio di Milano nel 1920 o il Coralit e la Seis nel 1945. Quasi sempre hanno utilizzato per l’affrancatura dei propri francobolli.


Posta razzo. Posta trasportata all’interno di piccoli missíli, ha sempre avuto carattere sperimentale e ancor più spesso filatelico.


Posta sfaxina. Servizio postale privato tra Sfax e Tunisi, probabilmente creato e operato da Italiani in accordo con l’ufficio postale italiano di Tunisi: consentiva di inviare corrispondenze a “Biserta, Tabarca, Susa, Monastir, Mehdia, Sfax, Gerbi”, come riferiva un Bullettino postale del 1861.


Posta target. Servizio a tariffa agevolata creato nel 2001 per l’invio di messaggi promozionali e pubblcitari indirizzati da parte di aziende e ditte.


Postcard. Tesserino magnetico introdotto dalle Poste a fine 1991 ad uso dei correntisti postali, usabile anche come carta di credito.


Poste Italiane. Amministrazione statale istituita ufficialmente dal 1º marzo 1861 con l’unificazione e la riorganizzazione degli organici e della normativa postale in tutta Italia (tranne la Sicilia rimasta fino al 1º maggio esclusa per un equivoco). Inizialmente dipendeva dal Ministero dei lavori pubblici, finché dal 1º marzo 1889 non venne istituito il Ministero delle Poste e dei Telegrafi. Il 1º gennaio 1994 è stata trasformata in Ente pubblico economico, in seguito privatizzato, almeno formalmente.


Poste e Telecomunicazioni. Notiziario ufficiale del Ministero delle Telecomunicazioni, quindicinale, contenente leggi, decreti, disposizioni di servizio, notizie sugli uffici ecc., derivato nel 1942 dalla seconda parte della Rassegna delle Poste e delle Telecomunicazioni. Cessò le pubblicazioni con il fascicolo 19-20 dell’ottobre 1943.


Postel o Posta elettronica (stranamente uno dei pionieri di Internet si chiamava Jon Postel). Servizio in abbonamento che consente la spedizione, anche in rilevanti quantità, di corrispondenze, fatture, avvisi ecc. memorizzati su supporto magnetico che, inoltrati a uno degli appositi centri Postel, vengono da questi stampati, imbustati e inoltrati ai vari destinatari indicati dal mittente. Il servizio, attivato in via sperimentale dal settembre 1987, dal 1988 utilizza bolli speciali e apposite buste, prima a fondo verde, e dal maggio 1998 a fondo bianco.


Postelegrafonico. Che concerne o è addetto ai servizi postali, telegrafici e telefonici.


Postiglione. 1. Fino al ‘700 chi si occupava del trasporto della posta, anche a piedi.

2. Dal ‘700 chi guidava i cavalli delle vetture postali, normalmente non a cassetta ma sul primo cavallo a sinistra (almeno nel Regno di Napoli).


Postino. Portalettere o, più raramente, chi porta messaggi.


Postitalia. Affrancatrice meccanica prodotta dalla Audion di Milano a partire dal 1940,


Posto di scambio. Piccolo centro di smistamento dei dispacci di posta militare situato su importanti direttrici. Abilitato anche all’accettazione di corrispondenze, poteva disporre di propri bolli, come avvenne durante la guerra di Spagna.


Postpac. Speciali confezioni per la spedizione dei pacchi in vendita dal 1998 anche presso gli uffici postali italiani.


Postumia (l’odierna Postojna). Cittadina del Carso, al tempo degli austriaci nota come Adelsberg, famosa per le sue grotte, dotate persino di un trenino, nelle quali fu anche aperto un ufficio postale. Con decreto del marzo 1928 fu autorizzata una serie di 4 francobolli, che tuttavia fu bloccata a livello di incisione, e sostituita nel marzo 1937 con sei cartoline postali da 30 c. della serie di propaganda turistica.


PP. Nei telegrammi sta per Posta pagata. Nel 1897 fu abolito per l’interno, le Colonie e gli uffici all’estero, essendo tale inoltro gratuito, e sostituito da P, Posta nel solo traffico internazionale, anche in questo caso gratuito salvo quando la prosecuzione era verso un altro Stato.


P.P. 1. Sigla di Porto Pagato, Port Payé o Postage Paid, utilizzata in Francia sin dal ‘700 e dal 1875 adottata da tutti i paesi e nei trattati internazionali.

2. Sigla di Porto Parziale, usata tra il 1850 e il 1875 per segnalare sulle lettere per l’estero l’affrancatura solo per una parte del percorso, in antitesi al P.D., Porto a destino, o all’assenza di ogni indicazione in caso di tassa interamente a carico del destinatario. Vedi P.D.


PR. Sigla telegrafica per Posta raccomandata, usata nel solo traffico internazionale, indica che il telegramma va inoltrato per posta in raccomandazione alla sua destinazione finale.


Preambolo. Nel telegramma sono le indicazioni iniziali relative alla trasmissione, tipo: ST (Servizio Tassato), Paris de Rome (destinazione e partenza). 26 (numero dell’avviso), 8 (numero delle parole), 17/6 – 1,8 s. (data e ora di emissione). Nome e indirizzo del destinatario fanno invece parte del testo, come gli eventuali servizi speciali richiesti, indicati per esteso o con sigla tra parentesi.


Preannullato. Francobollo annullato con bolli o soprastampe prima della vendita o dell’uso. Il sistema, molto usato in Francia e negli Stati Uniti, serviva a semplificare e accelerare il lavoro degli uffici postali eliminando la necessità di bollare forti quantitativi di stampati e circolari. In Italia il sistema fu utilizzato solo dallo Stato Pontificio nell’ufficio postale di Roma, per i francobolli da applicare al retro delle corrispondenze con funzioni di segnatasse.


Prefilatelia. Branca del collezionismo filatelico che si occupa di oggetti, segni, bolli e documenti postali del periodo che in ciascun paese precede l’introduzione o l’adozione ufficiale del francobollo.


Premeti (Përmet). Località dell’Albania occupata nel settembre 1916 dall’Italia, che vi istituì un proprio ufficio postale. Funzionò fino al 1919, utilizzando normali carte valori italiane.


Preobliterato, vedi Preannullato


Presente. La lettera che si sta scrivendo o che il destinatario ha tra le mani: “La presente per informarLa…”


Prestito. Buoni o titoli emessi dallo Stato per raccogliere fondi straordinari, solitamente dopo i disastri di una guerra. Per i Prestiti Nazionali dal 1917 al 1921 si ricorse anche a “certificati di sottoscrizione rateale” mediante francobolli da 50 c., 60 c. o 5 lire appositamente soprastampati e venduti alla posta. Per pubblicizzare il Prestito della Ricostruzione del 1946 fu concessa la spedizione a metà tariffa della posta relativa e delle speciali cartoline illustrate. Per il Prestito a premi della Repubblica di San Marino le Poste italiane concessero alla Banca Casereto la spedizione delle obbligazioni come stampe raccomandate, in buste chiuse ma con gli angoli tagliati.


Prestito personale. Dal 1995 ottenibile anche presso le poste.


Prigionieri di guerra. Le corrispondenze, i pacchi e i vaglia spediti da prigionieri di guerra o loro diretti godono della franchigia postale a livello internazionale grazie a quanto stabilito nel 1906 dal Congresso di Roma dell’Unione Postale Universale: l’eventuale inoltro per via aerea, unico servizio accessorio ammesso, è invece a carico del mittente. In Italia ne hanno usufruito fino al 1985 anche Kappler e Reder, in carcere per crimini di guerra.


Prima scelta. Termine che identifica i francobolli in condizioni normali: buona conservazione, dentellatura o margini regolari, annullo non deturpante, discreta centratura. Qualcuno distingue anche fra normale e ottima prima scelta. Corrisponde all’inglese “very fine” o “very very fine”.


Prioritario. Dicitura presente per la prima volta nei bolli entrati in funzione presso i CMP di Bologna, Firenze Castello, Milano Borromeo, Roma S. Lorenzo, Torino Nord e Verona il 19 gennaio 1998.


Privativa postale. Diritto esclusivo con cui lo Stato si riserva la gestione esclusiva del servizio postale, in generale o relativamente a oggetti e servizi specifici, motivandola con la tutela dei diritti dei cittadini. In Italia la privativa postale sul trasporto e la distribuzione di giornali e periodici fino a 100 g è stata abolita dal 1º gennaio 1874, mentre dal 1º giugno 1923 è stata imposta sul trasporto e la distribuzione dei pacchi postali fino a 20 kg. Le più recenti politiche interne e internazionali vanno riducendo sempre più questo diritto, essendo sovente più vantaggioso il ricorso a trasportatori privati, soprattutto in quanto alla tempistica.


Privato. Ai sensi del Regolamento postale del 1901, chiunque non faccia professione di vettore né sia addetto ad imprese di trasporti o commissioni.


Procaccia. Appaltatore di un trasporto postale di dispacci, in vettura, a cavallo e talvolta anche a piedi (pedone).


Procacciato. Servizio svolto dal procaccia.


Procaccio. In antico, chi trasportava posta e mercanzie “a giornata”, pernottando nelle stazioni.


Procacciolo, Vetturale o cavallante privato, salariato dalle comunità che serviva, che in Toscana si occupava del trasporto di lettere. (vedi Corrieri, procacci e procaccini. A modo loro di Clemente Fedele, su Storie di posta vol. 12 / speciale cf n. 16)


Procaccino. Vetturale privato che in Toscana si occupava del trasporto di lettere di propria iniziativa, senza tempi precisi, chiedendo solo un piccolo emolumento a mittenti e destinatari.


Protesto. Atto formale di constatazione del mancato pagamento di una cambiale o un assegno bancario alla scadenza, effettuato da un ufficiale giudiziario, un notaio o – in loro mancanza – un segretario comunale; ne è prevista l’esplicita richiesta nel servizio di riscossione effetti.


Prova. Esemplare preliminare di una carta-valore tirato dal conio o da una tavola

completa per controllarne la perfetta esecuzione o per valutarne l’effetto. Esistono prove di conio, di colore, di carta, di macchina e anche prove d’archivio con le stesse caratteristiche del francobollo definitivo tranne la dentellatura. Per i valori approntati dall’IPS-OCV esistono prove ritagliate a filo della vignetta e montate su rettangoli dentellati applicati ai cartoncini neri di presentazione.


Provaccia, vedi Prova di macchina


Prova d’archivio. Esemplare proveniente da uno dei primi fogli stampati con una nuova tavola, usato per il Visto si stampi e tenuto in archivio come campione, per eventuali controlli e confronti. In Italia era un’abitudine derivata dall’imprimatur sheet inglese, in uso alla De La Rue.


Prova di conio. Stampa tratta dal conio originale durante le varie fasi d’incisione, per valutarne l’effetto ed eventualmente i possibili colori di stampa.


Prova di macchina o provaccia. Esemplare tratto da fogli, talvolta di carta colorata, usati per l’avviamento delle macchina da stampa o da fogli di scarto impiegati per ripulire le tavole, i quali presentano di norma più stampe sovrapposte e/o recto-verso anche di francobolli diversi.


Provincia. Suddivisione del territorio come parte del sistema amministrativo dello Stato, importante soprattutto come sede di Prefetti, Questori e Direzioni locali di Enti e ministeri, comprese quelle postali. Il Regno mantenne a lungo la vecchia abitudine, viva soprattutto nel Sud, di chiamare le provincie con un nome geografico, anziché con quello del capoluogo.

Rimando


Dal 1913, con la nuova numerazione degli uffici postali in funzione dei servizi a denaro, ogni provincia ebbe un numero distintivo, che veniva poi seguito da quello dell’ufficio (i cosiddetti frazionari), e che in qualche caso ebbe variazioni nel tempo.


Provinciale. Nell’Ottocento usato anche nel senso di “periferico”.


Provincie emiliane. Entità territoriale costituita nel gennaio 1860 con gli ex-Stati parmensi, l’ex-ducato di Modena e le Romagne, nel marzo seguente annessa al Regno di Sardegna in seguito a referendum popolare.


Provincie napoletane. Il territorio dell’ex-regno di Napoli, formato da Abruzzi, Campania, Puglia, Basilicata e Terra del lavoro (Calabria), nel dicembre 1860 dichiarato parte integrante dello Stato italiano a seguito del plebiscito del 21 ottobre. Dal 1º aprile 1861, abolita la Direzione generale delle Poste, Telegrafi e Strade ferrate di Napoli, il territorio fu diviso in 4 Compartimenti: Napoli, Cosenza, Bari e Chieti per le poste, l’Aquila per i telegrafi. Dal febbraio 1861 vi circolarono appositi francobolli in tornesi e grana, stampati a Torino su ordine della Direzione generale delle Poste italiane, per ovviare alla mancata introduzione della moneta italiana. Dal 1º marzo 1861 furono introdotti leggi, decreti e tariffe “in vigore nelle provincie dell’alta Italia… colla sola differenza che la tassa da un luogo ad altro delle provincie napoletane è mantenuta conforme all’ultima tariffa; cioè in moneta napoletana di grana due per ogni porto semplice, qualora la lettera sia preventivamente affrancata, e di grana tre quando la tassa sia pagabile dal destinatario. La lettera semplice da distribuirsi nell’ufficio stesso in cui verrà impostata sarà sottoposta alla sola tassa di un grano tanto in tassa che in affrancamento”; queste tariffe rimasero cioè praticamente quelle borboniche, calcolate anche in base al volume, come provano le molte lettere affrancate per 3 grana; e ciò fino a tutto il 1862, ovvero anche dopo l’introduzione dei francobolli in moneta italiana, il 1º ottobre 1862. E a causa delle contraddizioni nella circolare che annuncia la sostituzione, nei primi 15 giorni di ottobre si ebbero casi di accettazione, di tassazione, e di tassazione e detassazione delle corrispondenze affrancate con i valori in grana.


Provincie romane. Il Lazio, definito Patrimonio di San Pietro al tempo del potere temporale dei papi, così ribattezzato immediatamente dopo che lo Stato Pontificio fu occupato dall’Italia nel settembre 1870.


Pro vittime politiche. Lunga serie di vignette di beneficienza da 1 e 2 lire vendute anche presso gli uffici postali per essere applicate come erinnofili su raccomandate, telegrammi ecc., ma che furono anche usate per affrancatura a causa delle circolari postali ministeriali che più volte le definirono “francobolli commemorativi”, persino quando imponevano di non usarle come francobolli.


Provvigione o Aggio. Percentuale dovuta ai rivenditori sulla vendita delle carte-valori; agli inizi del Regno d’Italia era del 3 per cento, poi venne ribassata fino all’1 per cento. Dal 21 luglio 1890 al 31 marzo 1897 fu concessa anche ai privati per ogni acquisto di carte-valori superiore a 100 lire.


Provvisoria. Nome con cui i filatelisti definiscono per antonomasia la pregiata serie vaticana del 1934 ottenuta mediante soprastampa.


Provvisorio. Dicesi di carta-valore postale ottenuta mediante soprastampa per sfruttare quantitativi di valori non più in uso o per ottenere rapidamente nuovi tagli, in attesa dei tipi definitivi.


P.S. Sigla di Post Scriptum, vedi poscritto


P.S.I., Soprastampa usata per una serie venduta per due giorni alla Posta centrale di Mantova nel 1945, autorizzata dal Prefetto con il visto del locale rappresentante dell’AMG, recante la misteriosa dicitura P.S.I.: Pro Sinistrati Italiani? Partito Socialista Italiano? Piena Sovranità Italiana no, visto che in Alta Italia non si ebbe fino allo scoccare del 1946. Sei francobolli recavano forti sovrapprezzi che ne elevavano il valore a cifra tonda, mentre altri cinque ne avevano di assurdi ed erano venduti solo in serie “complete” di 11 a 400 lire; praticamente non ebbero alcun uso postale.


Pubblicità. Comunicazione a favore di prodotti o ditte, di norma effettuata a pagamento su giornali, tramite manifesti stampati, per radio e televisione. Anche le Poste italiane hanno provato in varie occasioni a incamerare qualche soldo extra dalla pubblicità, ma quasi sempre senza molto successo: nel 1898 con le “colonnette” della ditta Baudi e C. recanti cassette d’impostazione; dal 1919 su cartoline e biglietti postali e nel 1924 sui francobolli; negli anni ’20 e negli anni ‘50 tramite gli annulli meccanici; poi sui moduli per telegrammi, e persino su bacheche, stendardi e trespoli negli uffici postali. Quanto a ditte e privati hanno facoltà di stampare liberamente i propri dati, intestazioni anche illustrate e annunci pubblicitari propri o altrui su cartoline, buste e biglietti postali emessi dallo Stato, rispettando solo eventuali divieti come quello – in vigore fino al 1905 – di usare il frontespizio delle cartoline postali. Un primo esempio di interi usati a fini pubblicitari si ebbe con i fogli Mulready, apparsi nel 1840 assieme ai primi francobolli: 20 compagnie di assicurazioni e una cinquantina fra banche, ospedali, scuole private, ferrovie, ditte e commercianti vari vi stamparono propri avvisi, mentre altre 25 ditte o singoli le usarono per creare “circolari pubblicitarie” con inserzioni a pagamento. Gli interi postali con annunci pubblicitari privati, al pari di buste e cartoline pubblicitarie affrancate con normali francobolli, possono anche essere messi in vendita a prezzo inferiore al facciale o persino regalati: la loro vendita a prezzo ridotto è però vietata negli uffici postali e da parte di agenti e distributori postali, e dal luglio 1904 non è più ammessa neppure da parte di venditori e rivenditori di carte-valori postali. Questo spiega perché nel 1920 fu necessario un decreto per consentire che i BLP fossero venduti anche “a mezzo dei rivenditori autorizzati”. (vedi Poste & Pubblicità, 150 anni di consigli postali per gli acquisti, di Franco Filanci, Carlo Sopracordevole e Enrico Angellieri, Vastophil 1990)


Pubblicitari. Carte-valori postali recanti annunci pubblicitari sui margini, al retro o su bandelle, stampati a cura delle stesse Poste o da loro concessionari. I primi esempi su francobollo sono del tipo con pubblicità al retro, impressa in vari colori prima della gommatura: la Nuova Zelanda l’adottò nel 1893 ma fu abbandonata già a metà 1894, e molto breve fu anche il contemporaneo esperimento inglese, limitato al sapone Pear. Lo stato australiano di Victoria nel novembre 1895 inserì un doppio annuncio su una sua cartolina, ma già a dicembre l’iniziativa fu abbandonata a causa delle proteste, in parte dovute anche ai due prodotti reclamizzati: tabacco e birra. La pubblicità su cartoline e biglietti postali fu poi ripresa da altri Paesi, tra cui l’Italia nel 1919, senza alcun problema. Nel giugno 1908 la Svizzera sperimentò i cosiddetti Kochermarken, normali francobolli con il formato raddoppiato in modo da poterli incorniciare con testi pubblicitari in vari colori, chiaramente ispirati ai francobolli con supporto pubblicitario privato, allora in voga: ma oltre a Kocker non vi furono altri clienti. Maggior séguito ebbero i francobolli con pubblicità sui margini dei fogli, che poteva essere staccata facilmente dall’utilizzatore: l’idea venne lanciata dalla Baviera nel 1912, seguita da Germania, Francia, Danimarca, Belgio e infine ammessa anche dall’UPU. In qualche caso la pubblicità è entrata anche nel francobollo stesso, solitamente per promuovere prodotti nazionali, prima sporadicamente – il caffé in Costarica e Guatemala – e dagli anni ‘80 in modo sempre più massiccio: uno dei primi casi fu la serie britannica dedicata all’auto, con tanto di marche e ultimi modelli.

L’Italia ha emesso pubblicitari (prima cartoline e biglietti postali, poi anche francobolli) fra il 1919 e il 1925, e nuovamente dal 1950 al 1952 (solo cartoline postali). Le cartoline postali pubblicitarie iniziarono ad apparire nel marzo 1919: recavano gli avvisi in un tassello rettangolare, stampato contemporaneamente al resto della cartolina sul lato sinistro, il che aveva costretto a spostare il millesimo sotto lo stemma. Sono noti 225 diversi tasselli, applicati su vari tipi di cartoline da 10, 15, 25 e 30 cent.: 2 sono di promozione postale, 194 recano pubblicità a beneficio della Croce Rossa, come chiaramente indicato, e 29 sono gli avvisi a tutto favore delle Poste, di cui due di propaganda del Partito fascista. Sui biglietti postali, distribuiti a partire dal maggio 1919, comparvero invece solo 10 diversi annunci, di grande formato e coprenti l’intero retro: risalgono tutti al periodo iniziale, quando la Croce Rossa ne deteneva la concessione esclusiva. Sui francobolli, tutti apparsi fra il novembre 1924 e il gennaio 1925, la pubblicità figurava in un’appendice in basso che, contrariamente a quanto previsto dall’UPU e dal Capitolato d’oneri, non era separata dalla perforazione: furono interessati 7 diversi valori, tirati da apposite tavole, su cui vennero stampate in un secondo passaggio 13 vignette differenti, una delle quali (Baci Perugina) circolò soltanto fra i collezionisti. Anche il francobollo da 20 cent. fu venduto solo per collezione, ma nel 1944. La concessione, affidata alla ditta Guastella e Poggi di Roma, prevedeva una tiratura minima di 100.000 esemplari e la possibilità, oltre il milione di pezzi, di scegliere le località in cui distribuirli: dagli esemplari usati per l’estero era previsto il distacco dell’appendice pubblicitaria. A seguito delle proteste del pubblico e della stampa, ne fu interrotta la distribuzione e nel maggio 1925 venne vietata ogni forma di pubblicità sulle carte-valori postali. Dal dicembre 1950 furono reintrodotte cartoline postali con tassello pubblicitario in basso a sinistra, ma nel giro di un anno furono reperiti tre soli clienti, e nel 1952 l’iniziativa fu abbandonata.


Pubblico. Così era giustamente chiamato anche nella normativa postale l’insieme delle persone che si valevano della posta nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento, prima che prendesse piede il termine Utenza.


Punzone. Matrice, normalmente in acciaio, usata per imprimere disegni e scritte a rilievo.


Punzone di Stato. Parte ufficiale dell’affrancatura meccanica che di solito imita l’impronta di un francobollo e reca al centro l’indicazione del valore. Prodotta dal Poligrafico dello Stato per conto delle Poste, di norma è dettagliatamente descritta nei decreti, come avviene per i francobolli. Inizialmente il tipo era unico, e così rimase fino al 1943 quando l’avvento della Repubblica Sociale portò alla creazione di due tipi diversi, uno dei quali probabilmente realizzato dalla sede della Zecca distaccata ad Aosta. Il nuovo tipo con fregi floreali introdotto nel 1946 ebbe invece molteplici versioni, inclusa quella doppia per pacchi e una speciale per le bollette dei corrieri, differenti nel formato e nella pseudo perforazione, forse proprio per distiguere produttori e modelli, e facilitare i controlli, nel dopoguerra resi necessari dai furti di macchine nel periodo 1943-45 e dai rifacimenti conseguenti alle varie asportazioni dei fasci. Dagli anni ‘50 la differenziazione è stata trasferita nei fregi laterali, ma con il passare degli anni e il variare dei produttori e dei modelli qualunque regola ha finito per saltare.


Purificazione o disinfezione, disinfettazione,fumigazione,suffumigazione. Sistema un tempo usato anche in posta per evitare il diffondersi di epidemie di colera e di peste, frequenti fino a tutto l’800, in quanto si riteneva che – oltre ai corrieri – anche le lettere potessero favorire il contagio. Malgrado fosse del tutto inutile, per vari secoli invalse l’uso di “fumigare” le lettere con vapori di cloro o fumi di resine e altre sostanze, dopo averle tagliuzzate e bucherellate; e per attestare l’avvenuta disinfezione si imprimevano poi dei timbri detti di sanità.


PVC. Tipo di gomma sintetica che dagli anni ’80 ha sostituito quella arabica al retro dei francobolli.